Francesco Diluca

Indagine intorno al corpo umano

Uomo, Natura, Cosmo: la ricerca scultorea di Francesco Diluca procede, da oltre vent'anni, verso una sofisticata evocazione dell'intreccio indissolubile che esiste fra uomo e natura, tra animato e inanimato, tra le forze che regolano l'esistenza umana e quelle primigenie che governano l'ambiente che ci accoglie. Per dare forma ad un universo ibrido, di creature in continua metamoforsi, crescite e decrescite, l'artista milanese ha scelto prevalentemente il metallo, sottili fili di ferro o di rame plasmati e articolati in strutture antropomorfe. 

Le opere dello scultore, che partono sempre dalla figura umana e ne mettono a nudo le strutture interne, sono poste spesso in un muto dialogo tra di loro, a costruire una folla, a comporre il ritratto di un'umanità  fragile e poetica, perennemente in cammino verso  il disfacimento o l'organizzazione in altre antomie, in altre forme. Una vocazione, un esito teatrale delle creazioni di Francesco Diluca, che ha ideato le proprie opere come parte di serie, di "cicli" successivi e che è, infatti, più volte approdato ad esporre queste sue invenzioni in scenografie urbane, in ambienti ricchi di storia e in spazi aperti.  

Il lavoro scultoreo è sempre stato un meravigliarsi e trovare nuove epifanie. Quando metto in scena un lavoro posso anche imparare da questo lavoro e mutare nuovamente. 
Francesco Diluca


Francesco Diluca, RadicarsiMicelio, 2021

In questa scultura nera, con nella sommità delle foglie verdi fatte con ossido di rame  ho cercato di fare emergere le mie conoscenze sulla botanica. Si intitola Micelio, che è un fungo presente sottoterra che collega le piante e gli alberi come se fosse una catena virtuale, come una rete internet.

In bilico tra umano, animale e vegetale, le sculture di Diluca, in ferro saldato, polvere di ferro, ossidazioni di rame, ruggine e oro zecchino, simulano alcuni aspetti naturali come piante, coralli, farfalle, riferimenti costanti all'interno delle sue opere. Un ulteriore elemento, che mette ancora più in evidenza la dimensione di ricerca che l'artista persegue da anni, è l'utilizzazione del fuoco: in Post fata Resurgo. la scultura, in filato metallico, è fragile e nella sua forma vive come manifestazione durante la performance che la caratterizza. Avviene una combustione lenta, non è un ardere, non ci sono fiamme che la divorano, ma solo leggere combustioni millimetriche, fusioni che si autoalimentano spostandosi, in un processo che enfatizza il senso di impermanenza delle cose.

In questa visione del mondo naturale non c’è spazio per alcuna classificazione tassonomica, solo per l’ambiguità. La vita è di per sé un unico grande mistero, ed è a questo mistero che le mani forti di Diluca cercano di dare una forma.
Simone Pellegrini


Francesco Diluca, Post Fata Resurgo: Micelio (dettaglio), 2022

Francesco Diluca, Milano 1979, segue i corsi di pittura e scultura presso l’Accademia di Brera dove si laurea con lode nel 2004. Vive e lavora a Milano. La prima esposizione di rilievo è Salon I 1999 - Palazzo della Permanente di Milano. Nel 2003 riceve il secondo premio per la scultura Icarus opera in mostra presso Palazzo Reale, nella mostra Volare. Il 2008 è l’anno della prima personale dal titolo Fresco di fabbrica, presso Fabbrica Eos. Le sculture della serie Il Senso dell’Assenza sono protagoniste in Cocoon, mostra personale del 2010  nella galleria milanese Fabbrica Eos. Lamiere al vento è il titolo della personale alla galleria Contemporaneamente di Parma. Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia sede di Torino sala Nervi curata da Vittorio Sgarbi e nello stesso anno crea Ultima cena per la fondazione Casa Testori per la mostra Giorni Felici 2011. Nel 2012 viene scelta la scultura Noluntas per la Biennale Italia Cina curata da Ivan Quaroni e Wang Chuchen - Villa Reale a Monza. Il 2014 si apre con la mostra collettiva Materie, presso museo MUST (Vimercate) e Palazzo G. Silva. Successivamente partecipa alla Biennale Italia Cina 2014 allestita al 798 Art District di Beijing.  A villa Confalonieri di Merate, mostra Tracce di contemporaneo 2014, opere della collezione Bugatti. Memento è il titolo dell’opera scelta per la mostra collettiva Una solitudine troppo rumorosa per la Nuova Galleria Morone. Il Museo MAR di Ravenna gli dedica una mostra personale novembre 2014 - gennaio 2015. Nel 2016 prende parte alla mostra collettiva Cities they are a-changin, alla Fabbrica del vapore a Milano. Nel 2017 partecipa a Streetscape6 al Museo archeologico Paolo Giovio. Nello stesso anno in occasione di ArteFiera 2017 e ArtCityBologna, inaugura Sequela, una mostra collettiva, nella ex chiesa di San Mattia Polo Museale dell’Emilia-Romagna. Lo spazio Ratti, ex chiesa di San Francesco, di Como ospita la personale Germina. Tra le mostre personali più recenti si segnala: nel 2018 Arché al Museo archeologico Paolo Giovio e Tempo al Museo delle Cappuccine e Convento San Francesco Bagnacavallo; nel 2019  Radicarsi al Museo Bernareggi di Bergamo ex oratorio san Lupo; nel 2022 la grande retrospettiva Giardini allestita in spazi storici della città di Lodi.


Francesco Diluca, Kura Kalos, 2021