Un secolo di fotografia in mostra a Villa Medici

150 opere della collezione Bachelot

L’interesse per la fotografia è entrata nella vita di Florence e Damien Bachelot quasi per caso. 

Dall'inizio del loro matrimonio la coppia frequenta già sale d’asta acquisendo dipinti, ma in realtà la loro collezione fotografica è nata in un contesto professionale. Nel 2003 Damien Bachelot si occupava di consulenza strategica per un'azienda che decise di creare una collezione aziendale di fotografia. 

All'inizio degli anni 2000 pochi collezionisti si interessavano alle foto di reportage e agli autori che facevano riferimento alle agenzie fotografiche, ma i soci dell’azienda, basandosi inizialmente sui gusti personali, ebbero l'idea di adottare un approccio finalizzato alla creazione di una collezione fotografica che potesse funzionare anche come strumento di comunicazione per la società.  

I soci iniziano così ad acquisire stampe eccezionali e decidono che la raccolta verterà su temi che tengano conto dell'individuo nella sua dimensione umana e sociale. I primi acquisti sono Brassaï, Edouard Boubat, Marce Bovis e Gilles Ehrmann.  

Da una collezione aziendale a una collezione di famiglia
Nel 2008, quando è esplosa nel mondo la crisi finanziaria, con l’azienda che non ha modo di proseguire nella raccolta, Damien Bachelot  coglie l'occasione e acquista l’intera  collezione, che allora era composta di 192 fotografie. I coniugi continuano poi con le acquisizioni, molte volte frutto del caso, di incontri, opportunità e talvolta di scoperte. Oggi la loro collezione  è composta da 1000 raccolte in vent'anni ed è una delle più importanti serie private di stampe fotografiche in Francia.

Dalla collezione Bachelot il curatore Sam Stourdzé, direttore di Villa Medici dal 2020 ha selezionato 150 fotografie che spaziano dalla fotografia francese dell'inizio del XX secolo detta umanista alla fotografia di strada americana. Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e Willy Ronis incontrano quindi Dave Heath, Helen Levitt e Robert Frank. 


Una serie di circa 40 stampe d'epoca di Saul Leiter testimonia, con il passaggio al colore, di una svolta verso la seconda metà del secolo e di un rovesciamento delle influenze fotografiche. La contro-cultura americana e le battute d'arresto dell'utopia modernista occupano il centro dell'immagine. 

Infine, la mostra esplora gli inizi del reportage moderno con Gilles Caron, fino ai ritratti documentari dei fotografi contemporanei come Luc Delahaye, Mohamed Bourouissa, Véronique Ellena e Laura Henno.   

Tra contrasti e corrispondenze, la mostra della collezione Bachelot a Villa Medici  in corso fino al 26 febbraio 2023 mette in evidenza una storia di reciproche influenze fotografiche ed esamina il modo in cui il ritratto e il corpo interpretano la città, ‘inquadrando’ il territorio urbano e gli spazi di tutti i giorni in cui la figura umana funge sempre da scala di riferimento. Allo stesso tempo la mostra è anche una sorta di ritratto della coppia di collezionisti attraverso uno sguardo che affianca vintage e moderno. 

Artiste e artisti presenti nella mostra: 
Diane Arbus, Édouard Boubat, Mohamed Bourouissa, Marcel Bovis, Brassaï, Gilles Caron, Henri Cartier-Bresson, Philippe Chancel, Stéphane Couturier, Bruce Davidson, Luc Delahaye, Robert Doisneau, Gilles Ehrmann, Véronique Ellena, Mitch Epstein, Louis Faurer, Andreas Feiniger, Robert Frank, Paul Fusco, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Nan Goldin, Paul Graham, Harry Gruyaert, Dave Heath, Laura Henno, René Jacques, Ray K. Metzker, Nadav Kander, Chris Killip, François Kollar, Josef Koudelka, Dorothea Lange, Saul Leiter, Christian Lemaire, Leon Levinstein, Helen Levitt, Vivian Maier, Susan Meiselas, Joel Meyerowitz, Janine Niepce, Willy Ronis, Joy Judith Ross, Arthur S. Siegel, Eugene Smith, Mike Smith, Paul Strand, Sabine Weiss. 

In copertina: Gilles Caron Manifestation des catholiques — Londonderry, Irlande du Nord. Aout 1969. Collection Bachelot
Gilles Caron, Courtesy Fondation Gilles Caron.