Cultura di polvere - Joan Fontcuberta

Una mostra all'ICCD apre nuovi orizzonti sulla fotografia

All’ICCD, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione a via di San Michele 18 a Roma è in corso fino al 29 settembre 2023 la mostra fotografica Cultura di polvere, con opere dell’artista catalano Joan Fontcuberta a cura di Francesca Fabiani.
La mostra presenta 12 lightbox realizzate dall’artista, uno tra i più interessanti e seguiti nel panorama della fotografia internazionale, nell’ambito del progetto “ICCD Artisti in residenza”. Il progetto è vincitore del “PAC2021 - Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Chiamato a dialogare con le collezioni storiche dell’Istituto - nato a fine ‘800 come Gabinetto Fotografico per documentare il patrimonio culturale con fini di tutela e catalogazione - Fontcuberta ha scelto di operare su alcune lastre fotografiche deteriorate provenienti dal fondo Chigi, punto di partenza per una serie di sperimentazioni visive e linguistiche. 

Come spiega l’artista: «Questo lavoro analizza l’agonia materiale della fotografia. La fotografia è un dispositivo di memoria legato alla materia. Il suo deterioramento materiale genera una fotografia paradossalmente “amnesica”, senza più memoria».


I materiali “amnesici” su cui ha lavorato l’artista, se da un lato perdono memoria, dall’altro acquisiscono nuova fisionomia attraverso i numerosi segni che il passare del tempo vi ha lasciato: graffi, lacune e, talvolta, batteri e funghi proliferati grazie all’ambiente chimicamente accogliente dell’emulsione di gelatina ai sali d’argento. Nuovi paesaggi che si sommano al soggetto originario della fotografia, visibile in controluce. Attraverso un procedimento di tipo surrealista che consiste nel prelievo/appropriazione di elementi già dati (in questo caso un frammento della lastra), Fontcuberta compie il suo atto creativo, restituendo immagini quasi astratte eppure reali; paesaggi poco plausibili eppure assolutamente non manipolati, presentati attraverso il display delle lightbox. 

In particolare Fontcuberta ha lavorato su una serie di lastre scattate dal principe Francesco Chigi Albani della Rovere (1881-1953), rampollo di una delle casate nobiliari più ricche e potenti della storia,  naturalista e fotografo amatoriale,  il quale nel corso delle sue sperimentazioni ha approdato spesso a soluzioni sorprendenti che ben dialogano con l’intelligenza provocatoria e ironica di Fontcuberta. 

Un incontro di personalità che dalla polvere d’archivio (evocata dal titolo della mostra “Cultura di polvere che rimanda alla celebre opera Élevage de poussière* di Marcel Duchamp e Man Ray del 1920 “) ha prodotto nuove opere in chiave contemporanea.

Le opere in mostra sono entrate a far parte delle collezioni di fotografia contemporanea dell’ICCD che accresce così il già vasto patrimonio dell’archivio.


Secondo Carlo Birrozzi, Direttore ICCD, «il lavoro di Fontcuberta rappresenta una provocazione intelligente che contrappone visioni differenti sul senso profondo della fotografia. La sfida lanciata dal maestro ci permette di raccontare il nostro incessante lavoro che consiste nel prenderci cura quotidianamente di un patrimonio fotografico inestimabile, capace di raccontare la cultura del nostro Paese e le professionalità e l’impegno necessari per preservarlo».

Per la curatrice Francesca Fabiani

«Favorire il dialogo tra gli artisti e le collezioni storiche dell’Istituto si è rivelata ancora una volta una delle più fruttuose modalità per risvegliare questi immensi depositi di immagini e aggiungere nuovi contenuti al patrimonio sedimentato, ricollocandolo nella contemporaneità con nuovi significati. Il portato di queste re-significazioni investe diversi ambiti e genera nuove consapevolezze, suggerendo cambi di prospettiva anche in chi quotidianamente gestisce il patrimonio». 


* Ecco in breve la storia dell’opera che ha rivoluzionato l’arte d'avanguardia di questo periodo:  
Duchamp era a Parigi da diversi mesi e aveva lasciato la lastra di vetro con la sua opera La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche (1915-1923), adagiata su cavalletti per accumulare polvere. Man Ray in visita al suo amico scattò una fotografia dopo che  Duchamp aveva pulito la superficie dell'opera d'arte, lasciando una sezione ricoperta di polvere sovrapposta in modo permanente sul vetro. L'esposizione è durata più di un'ora nella penombra dello studio, rendendo lentamente la trama dei vari e incerti materiali in un dettaglio squisito. Man Ray ha ritagliato il negativo su una parte del vetro che appare "come uno strano paesaggio da una vista a volo d'uccello", sottolineando in tal modo l'incertezza spaziale.
Il risultato fu Élevage de poussière, un capolavoro di ambiguità nei confronti della mano dell'artista nell'atto della creazione, da parte dei due artisti in gran parte fautori della diffusione del dadaismo e del surrealismo a New York e dello sviluppo del readymade come oggetto d'arte. 

L’artista| Joan Fontcuberta

Joan Fontcuberta (Barcellona, 1955) è un artista, docente, saggista, curatore e scrittore. Ha realizzato mostre e volumi, tra cui: Il bacio di Giuda. Fotografia e verità (1997); La (foto)camera di Pandora. La fotografi@ dopo la fotografia (2010); La furia delle immagini. Note sulla postfotografia (2016); Contro Barthes. Saggio visivo sull'indice (2023). Ha realizzato mostre personali al MoMA di New York, all’Art Institute di Chicago, alla MEP di Parigi, allo IVAM di Valencia, al London Science Museum, al Museum Angewandte Kunst di Francoforte per citarne alcuni. Le sue opere sono al Metropolitan Museum di New York, al MoMA di San Francisco, al Museum of Fine Arts di Houston, alla National Gallery of Art di Ottawa, al Folkwang Museum di Essen, al Centre Pompidou di Parigi, allo Stedelijk Museum di Amsterdam. In Italia ha realizzato il progetto di arte pubblica Curiosa Meravigliosa per il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia (2022). Nel 1979 ha curato la Conferenza Catalana di Fotografia e nel 1982 ha co-fondato la Primavera fotografica di Barcellona. Nel 1996 è stato direttore artistico del festival Les Rencontres de la Photographie d’Arles e nel 2015 curatore del Mois de la Photo a Montreal. Molti i riconoscimenti tra cui: Medaglia David Octavious Hill dalla Fotografisches Akademie GDL in Germania, 1988; Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres in Francia, 1994; premio UK Year of Photography and Electronic Image Grant Award dall'Arts Council of Great Britain, 1997; Premio Nazionale della Cultura della Generalitat de Catalunya nel 2011, Premio Hasselblad nel 2013; Dottorato Honoris Causa alla Sorbonne Université nel 2022.