Praemium Imperiale 2023

Praemium Imperiale 2023

Tra i vincitori della trentaquattresima edizione Eliasson e Wilson

Praemium Imperiale 2023
Istituito nel 1988 dalla Japan Art Association e giunto alla trentaquattresima edizione, il Praemium Imperiale è una voce autorevole nel mondo dell’arte e conferisce un prestigio internazionale in campo artistico pari a quello dei Premi Nobel in campo scientifico.
Il premio viene assegnato in cinque discipline: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema. Gli artisti sono premiati per i risultati conseguiti, per la loro influenza artistica a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività.
I vincitori dell' 2023, annunciati il 12 settembre contemporaneamente a Roma, Londra, Parigi, Berlino, New York e Tokyo, sono Vija Celmins (Riga, 1938) per la pittura, Olafur Eliasson, (Copenaghen, 1967) per la scultura, Diédébo Francis Kéré (Gando, 1965) per l’architettura, Wynton Marsalis (New Orleans, 1961) per la musica e Robert Wilson (Waco, 1941) per il teatro/cinema. 
 L'importante riconoscimento va quest'anno, in particolare, ad artisti che hanno manifestato nel proprio percorso una spiccata sensibilità per il mondo naturale e le tematiche ambientali, coniugando ricerca artistica ed  attenzione alle emergenze sociali contemporanee.

 E' il paesaggio nelle sue infinite declinazioni, oceani, cieli notturni, deserti, ad ispirare Vija Celmins, autrice di opere "che catturano lo spettatore attirandolo in una distesa inconoscibile che contiene una innegabile bellezza".  Fin dagli esordi della sua carriera, Vija Celmins abbandonò l'idea di diventare un'esponente dell'espressionismo astratto, adottando invece uno stile preciso e concreto, quasi documentaristico. In un percorso che alterna la pratica pittorica e il disegno a matita, le immagini ricercate di quest'artista riflettono la sua filosofia, secondo la quale l'opera ha a che vedere con il fare: "

Sento che sebbene io lavori per me stessa, l'arte è davvero qualcosa che va da una persona all'altra. 
Vija Celmins



Nello studio di Vija Celmins, Long Island, New York, maggio 2023 © The Japan Art Association / The Sankei Shimbun


Profondamente alimentata dalle suggestioni dei paesaggi nordici in cui si è formato, la ricerca di Olafur Eliasson gravita intorno ad elementi naturali come colore, luce, acqua, ghiaccio che l'artista "utilizza con maestria per le sue opere meditate e di ampio respiro, pensate per alterare la percezione e ampliare la coscienza, suscitando allo stesso tempo un senso di meraviglia".
La sua produzione, ampia e diversificata include sculture, installazioni, pitture, fotografie e video. Nel 2003 ha rappresentato la Danimarca alla Biennale di Venezia. Tra i progetti più noti The weather project (2003), presentato alla Tate Modern di Londra in cui ha usato la luce  per creare l'illusione di un gigantesco sole in uno spazio cavernoso allestito in una sala dell'edificio. Con Ice Wash Eliasson ha offerto un'esperienza diretta e tangibile della realtà dello scioglimento del ghiaccio artico, un'opera importante che accresce la consapevolezza delle persone e le invita a mobilitarsi per il cambiamento climatico. Nel 2021 ha realizzato la lampada a energia solare Little sun, che offre cinque ore di luce brillante dopo cinque ore di ricarica al sole.

Credo fortemente che l'arte possa cambiare la società e dimostrare alle persone quanto conti il proprio impegno individuale.
Olafur Eliasson

Un approccio basato sul "pensare in modo diverso" caratterizza l'architettura di Diédébo Francis Kéré che ha realizzato numerosi edifici pubblici in Africa, come scuole  e strutture sanitarie. Progetti semplici in cui ha  impiegato materiali dell'edilizia tradizionale rivisitati attraverso un design contemporaneo. Intrecciando tra loro elementi progettuali della tradizione africana e dell'architettura moderna, Kéré ha lavorato ad alcune strutture temporanee e permanenti in Danimarca, Germania, italia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti..

Wynton Marsalis è universalmente apprezzato per le sue doti di trombettista ed è un punto di riferimento per l'educazione musicale. La sua fama è legata, in particolare, ,al suo rapporto con il jazz, che considera la più grande forma d'arte originale d'America, alla pari con la musica classica occidentale. Marsalis si è anche distinto come compositore. I suoi lavori, in ambito jazz e classico, fanno di lui un autore capace di spaziare in modo eccezionale. Tra i riconoscimenti ottenuti  si ricorda nel 1997 il Premio Pulitzer con la composizione Blood on the Fields, un oratorio jazz che racconta la storia della schiavitù. In quest'opera Marsalis ci mostra il profondo legame che unisce la musica all'esperienza umana rappresentata. 


Robert Wilson nell’archivio della collezione del Watermill Center, Long Island, New York, maggio 2023 © The Japan Art Association / The Sankei Shimbun

"Una sintesi radicale e fortemente originale di visione, suono e testo" è il tratto distintivo del teatro di Robert Wilson. Formatosi nel clima del teatro d'avanguardia degli anni Sessanta, suggestionato dalle interpretazioni astratte di George Balanchine, dalle coreografie rivoluzionare introdotte nella danza da Merce Cunnigham, Bob Wilson, si è imposto sulla scena internazionale sin dal suo primo lavoro rappresentato in Francia nel 1971, dando vita ad alcuni tra i più importanti e memorabili spettacoli teatrali. "Con i suoi incredibili allestimenti scenici, con le luci e le coreografie innovative ha creato un'artificialità del palcoscenico in cui il tempo e lo spazio vengono ridisegnati e l'esperienza del pubblico viene reimmaginata". Al cuore della sua visione c'è in larga misura il Texas: "Penso che il paesaggio del Texas dove sono cresciuto  sia presente in tutta la mia opera. Il Texas ha cieli enormi e spazi aperti, mi rendo conto che il paesaggio è nella mia testa e nella mia mente, è in tutti i miei lavori." La ricerca di Wilson si estende ben oltre il teatro ed include la pittura, il disegno, la scultura, il design, la fotografia. 

Ciascuno dei cinque vincitori riceverà un premio di 15 milioni di yen (circa 96.000 euro), un diploma e una medaglia. Quest’ultima sarà consegnata a Tokyo dal Principe Hitachi, zio dell’Imperatore del Giappone e Patrono onorario della Japan Art Association, nella cerimonia di premiazione che si terrà il 18 ottobre. 
 
La Borsa di Studio del Praemium Imperiale 2023 per Giovani Artisti è stata assegnata a Rural Studio (USA) e Harlem School of the Arts (USA). Tra i precedenti destinatari di questa categoria del premio figurano organizzazioni del Vietna, di Cuba, del Venezuela, del Benin, della Malesia e del Libano.

Nel 2022 i premi sono andati a Giulio Paolini per la pittura, Ai Weiwei per la scultura, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa / SANAA per l’architettura, Krystian Zimerman per la musica e Wim Wenders per il teatro/cinema.
Nelle precedenti edizioni sono stati premiati tra gli altri Claudio Abbado, Gae Aulenti, Daniel Barenboim, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Enrico Castellani, Francis Ford Coppola, Plácido Domingo, Federico Fellini, Dietrich Fischer-Dieskau, Norman Foster, Jean-Luc Godard, Zaha Hadid, Anselm Kiefer, Rem Koolhaas, Akira Kurosawa, Wolfgang Laib, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Zubin Mehta, Mario Merz, Issey Miyake, Riccardo Muti, Giuseppe Penone, Oscar Peterson, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Sigmar Polke, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Bridget Riley, Ravi Shankar, Mitsuko Uchida, Giuliano Vangi.

Foto di copertina: Olafur Eliasson, Parigi 2016