Zigaina racconta Pasolini pittore

Ne stiamo parlando, 1978

Per la rubrica del TG2 “Ne stiamo parlando” (1978) Mario Novi presenta il servizio del giornalista Antonio Donat-Cattin dal titolo “Pasolini segreto”, ossia la produzione di dipinti e disegni del poeta e regista tragicamente scomparso tre anni prima, all’epoca ancora inediti. 
Il servizio venne girato nella casa dall’amico friulano, il pittore Giuseppe Zigaina (1924-2015) che, dal 1946, conosceva, frequentava e stimava Pasolini condividendo aspetti anche sconosciuti della sua produzione artistica (I due fiumi: Zigaina e Pasolini).  
Zigaina racconta che Pasolini aveva fatto il ritratto del poeta e partigiano Andrea Zanzotto proprio sul tavolo di casa sua dove, nel servizio, si svolge l’intervista di Donat-Cattin.
Zigaina mostra anche alcuni “Autoritratti” schizzati dal regista negli anni Sessanta del Novecento che colgono in maniera palpabile lo stato d’animo dell’amico; Pasolini si ritrae in una serie di fogli con i suoi occhiali da vista attraverso i quali emergono le due nere pupille pungenti, caratteristiche dello sguardo inquieto dell’intellettuale. 

Forse la sua prima passione è stata la pittura. Direi che lui è stato poeta e pittore contemporaneamente”
Giuseppe Zigaina, 1978

Negli anni di Casarsa, intorno al 1942, Pasolini accompagnava la sua attività di poeta con la pittura e il disegno che, spiega Zigaina, era un’attività sicuramente preminente rispetto alle prime prove poetiche in friulano. Pasolini usava grandi fogli (100X70cm.) sui quali schizzava i suoi ritratti; piegando la carta, questi venivano poi moltiplicati mentre il colore produceva delle macchie “casuali” che producevano un certo mistero. 
Tra i ritratti, spicca quello di Maria Callas e di Roberto Longhi, assieme a dei bozzetti impaginati a fumetto, realizzati per i film con Totò e Ninetto Davoli, “La terra vista dalla luna” (1967) e “Uccellacci uccellini” (1966). 
Nella parte finale dell’intervista di Donat-Cattin, si parla dell’importanza del colore nell’arte di Pasolini che non usava mai i colori già preparati, ma li estraeva da fiori e arbusti naturali, come prassi nelle botteghe medioevali. A proposito, Zigaina legge un testo di Pasolini dove il poeta parla del rosso estratto dal papavero.   

Io penso che Pasolini avrebbe potuto fare delle cose molto serie sul piano della pittura” … “sarebbe stato un pittore di grande talento perché questi disegni lo dimostrano”
Giuseppe Zigaina, 1978

Con gli anni di attività letteraria e registica, la pittura per Pasolini diventerà un divertimento, uno strumento di indagine personale.
Per i cento anni della nascita di Pasolini, si è tenuta a Roma una mostra (Pasolini pittore, Palazzo Braschi, Roma, 2022) con oltre centocinquanta opere pittoriche, provenienti per la maggior parte dal Gabinetto Scientifico Letterario di Vieusseux  a Firenze, dalla Fondazione Cineteca di Bologna, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa e dall’Archivio Giuseppe Zigaina, oltre che da collezionisti privati. 

Ritratti suoi e di amici, nature morte e paesaggi, giovani ragazzi ritratti seduti o sdraiati, documentano l’eccezionale sperimentazione artistica del giovane Pasolini 

Il servizio si conclude nella tomba di Pasolini a Casarsa e sui versi di “Una luce” (1959) che il poeta dedicava alla madre.