Zigaina, ricordi del Colle di Redipuglia

L'Approdo, 1968

Intervistato dalle telecamere dell’Approdo, in occasione della mostra che si tenne nel 1968 alla Galleria Gissi di Torino (presentazione di Luigi Carluccio; 24 opere 1963–1967), qui Giuseppe Zigaina (1924-2015) appare accanto ad alcuni cicli di opere. Si tratta di un primo nucleo di tele legate ai ricordi giovanili della sua terra, i braccianti, le biciclette, l’erba e i conigli e un altro più recente, spiega l’artista, dedicato al “Colle di Redipuglia”.

Io ricordo che da bambino, quando nei giochi scavavamo per terra nei campi, le cose che trovavamo normalmente, assieme a baionette, residui di guerra, cartucce, patrone ed elmi, trovavamo anche cose più famigliari, le più intime del soldato: il pettine di ferro, il cucchiaio, la gavetta …”
Giuseppe Zigaina, 1968

A fine anni Sessanta, la pittura di Zigaina volge a un ambito più decisamente neofigurativo; le tredici opere esposte destinate al “Colle di Redipuglia” trattano ricordi giovanili, frammenti di memoria intrisi di misteriosi presagi e legati al grande Sacrario militare eretto in terra friulana. In questi dipinti domina la linea d’orizzonte, una forte stilizzazione che conferma la contaminazione operata dall’artista tra eventi storici e la loro sublimazione, in un intreccio fra sogno e dramma della realtà.