Trieste attraverso l'obiettivo dei Wulz: Un viaggio nel tempo

Un secolo di trasformazioni storiche e sociali

La mostra Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier, in programma al Magazzino delle Idee di Trieste dal 14 dicembre 2024 al 27 aprile 2025, racconta oltre un secolo di storia della città e l’evoluzione sociale delle donne attraverso l’arte fotografica della famiglia Wulz.

Curata da Federica Muzzarelli e Antonio Giusa  e organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze, l’esposizione ripercorre l’attività di una vera e propria dinastia fotografica, attiva a Trieste dalla metà dell’Ottocento fino al 1981.

L’archivio dello Studio fotografico Wulz (1868-1981), tra i più importanti nel patrimonio Alinari, documenta le trasformazioni economiche, sociali e culturali della città tra XIX e XX secolo. Con quasi 300 opere tra stampe, negativi e documenti, il percorso espositivo attraversa tre generazioni della famiglia, testimoniando il profondo legame tra la loro produzione artistica e il contesto storico in cui operarono.

Il fondatore, Giuseppe Wulz, aprì l’atelier nel 1865, specializzandosi in ritratti e vedute urbane. Con il figlio Carlo, lo studio si ampliò, includendo ritratti di gruppo e reportage sullo sviluppo industriale della città. Alla sua morte, nel 1928, le figlie Wanda e Marion ereditarono l’attività, trasformando la fotografia in un mezzo di espressione artistica e sociale.


Wanda e Marion Wulz rappresentano molteplici storie intrecciate: la storia di Trieste, della fotografia, dell’arte e della cultura, ma anche un capitolo essenziale nella storia dell’emancipazione femminile. Pur con inclinazioni iniziali diverse (Marion verso la pittura, Wanda verso la musica), dopo la scomparsa del padre decisero di proseguire insieme il lavoro di famiglia, facendo dello studio un luogo di sperimentazione e innovazione. La loro produzione fotografica riflette il desiderio di modernità, posizionandole tra le pioniere dell’arte visiva del loro tempo.

Particolare attenzione è dedicata al ruolo di Wanda come unica fotografa donna del Futurismo italiano. La mostra mette in luce la sua partecipazione alla rassegna futurista del 1932 a Trieste e il suo contributo innovativo, che introduce una prospettiva femminile unica nel movimento. Come sottolinea Federica Muzzarelli, le sue sperimentazioni tecniche e concettuali la distinguono nel panorama dell’epoca.

L’esposizione offre anche uno sguardo sulla città di Trieste, documentandone la crescita demografica, lo sviluppo economico e urbanistico e i profondi cambiamenti storici. Le immagini dei Wulz raccontano il passaggio dall’Impero Asburgico all’Italia, testimoniando eventi cruciali come la Prima e la Seconda guerra mondiale e il momento storico del 1918, quando Trieste entrò a far parte del territorio italiano.


Inserita nel programma di GO!2025, la mostra sottolinea il ruolo di Trieste come crocevia culturale e sociale, una città in cui minoranze germanofone e slave si sono integrate con la maggioranza italiana, dando vita a un’identità unica. La fotografia della famiglia Wulz non è solo una testimonianza del passato, ma una finestra su un’epoca di profonde trasformazioni storiche e sociali.