L'architettura di pietra in Val D'Ossola

Intervista a Maurizio Cesprini

Il recupero dei borghi storici rappresenta una sfida cruciale per contrastare lo spopolamento e valorizzare il patrimonio edilizio tradizionale

In Piemonte, la “Fondazione Canova”, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata nel 2001, ha avviato un’esperienza concreta di rigenerazione territoriale attraverso il restauro di due borghi adiacenti della Val D’Ossola, Ghesc e Canova (Verbania), insediamenti medievali recuperati con un approccio sperimentale di tipo “conservativo”, che ha coinvolto nella formazione tecnici e studenti.

La pietra, materiale vivo e caratteristico di tutta la Val d’Ossola, parla della storia di questo piccolo gioiello architettonico: muri a secco e tetti in piode richiamano un continuo dialogo tra passato e presente

Ghesc, piccolo villaggio di otto edifici abbandonato da più di cento anni, è diventato il centro delle attività e delle ricerche sull'architettura tradizionale in pietra organizzate dalla "Fondazione Canova". 

L’intervento ha visto l’applicazione di tecniche costruttive tradizionali integrate con nuove esigenze di sostenibilità

“Canova” promuove così modelli di valorizzazione dal basso e progetti formativi in collaborazione con istituzioni accademiche italiane e internazionali. 

Il villaggio di Ghesc, in particolare, è divenuto un laboratorio a cielo aperto, in cui si incontrano ricerca, didattica e pratiche di restauro rispettose dell’identità locale

Attraverso questa esperienza, la “Fondazione Canova” ha dimostrato come il recupero dei borghi possa rappresentare non solo una strategia di conservazione del patrimonio, ma anche un’opportunità di rilancio economico e culturale per le aree interne.

Maurizio Cesprini svolge attività di libero professionista in qualità di docente e coordinatore di progetti di studio e ricerca nel campo della conservazione del patrimonio storico architettonico in pietra e la valorizzazione del paesaggio.

FOTO DI COPERTINA
Drone su Ghesc

Condividi