Nei territori del Gran Sasso: immagini di suoni e rumori

Ch La Recchia, un film di Diego Monfredini

Il titolo misterioso del documentario di Diego Monfredini “Ch La Recchia”, rimanda a un vecchio detto abruzzese che invita ad avere orecchie sospettose, perché saper ascoltare vuol dire anche aspettare che arrivi il momento migliore 

Girato nei borghi del Gran Sasso (Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Carapelle Calvisio, Calascio), il corto è stato presentato nella serata cinematografica di chiusura del convegno studio dedicato ai Borghi Italiani (“Voci ed esperienze dei borghi d’Italia”, 1 e 2 aprile 2025), una manifestazione indetta dalla storica associazione di Italia Nostra per i suoi settant’anni (1955-2025). 

Nel film i suoni in presa diretta hanno avuto un ruolo importantissimo

Amalgamati alle musiche e alle voci dei protagonisti - pastori, muratori, falegnami, nonché una donna di 101 anni, Virginia, testimone e custode di tante stagioni di quelle vallate e montagne - i diversi suoni emergono lentamente dal racconto visivo evocando atmosfere cinematografiche molto poetiche. Monfredini, proveniente da studi sul linguaggio cinematografico e la fisica quantistica, qui ha voluto sperimentare l’amato cinema di Tarkovskij e Malick ma, dato l’esiguo budget, il regista ha saputo trasformare la carenza produttiva nell’opportunità di realizzare un prodotto indipendente ed estraneo ai consueti circuiti di distribuzione. 

Sotto la soglia del silenzio emergono brusii, fruscii, sussurri, cominciano a distinguersi echi, rintocchi e fragori assordanti: l’ambiente che ci circonda è già musica. Un’immersione a caccia di note e rumori tra le montagne all’ombra del Gran Sasso per visitarne i paesi come fosse una preghiera
Diego Monfredini

Con un approccio antropologico, nel film vediamo Monfredini armato di microfoni e registratori per cogliere i “rumori” sul campo, poi selezionati ed elaborati in un “magma sinfonico”, così da lui definito. Tutto questo, nasce dall’incontro di una coppia di giovani amici architetti a cui è dedicato il film, Elena e Stefano che, dopo il terremoto del 2009 avevano scelto di vivere in questi borghi per partecipare attivamente alla ricostruzione.

Tornate nei paesi sperduti
Vuoti come campi incolti,
e piantateci dentro la vostra grande vita
Carmine Valentino Mosesso, 1994

Infine, il racconto di “Ch La Recchia” prosegue scandito da alcune didascalie, versi ispiratori che Monfredini prende da Carmine Valentino Mosesso (1994), un giovane poeta, pastore e contadino molisano che, laureato in agraria, con la sua famiglia oggi si dedica alla cura dei campi e degli animali della sua azienda. Anche la poesia di Mosesso, infatti, presenta caratteri di forte impegno civile e politico volto al riscatto dei piccoli borghi e dei territori cosiddetti marginali dell’Italia interna (La terza geografia, Neo Edizioni). 

Oltre ad essere stato il Primo Classificato alla I° Edizione del Cinefestival “Paesi Narranti”, nella sezione “Borghi sul set” del convegno di Italia Nostra, “Ch la recchia” ha avuto i seguenti premi:
Miglior Cortometraggio ex equo
Borgo più cinematografico d’Italia, ex equo per Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), dove è stato girato in parte il film


Ch La Recchia, soggetto, regia, suono e produzione di Diego Monfredini, 11min.18'', 2024

Biografia Diego Monfredini
Diego Monfredini (Codogno, 13 aprile 1983), filmmaker indipendente e reporter, studia a Bologna dove si laurea con una tesi sperimentale sul linguaggio cinematografico e la fisica quantistica. Guardando alla poesia e all’antropologia, Monfredini comincia ad affascinarsi dell’intero processo di produzione di un film, impegnandosi dalla scrittura al montaggio dei suoi cortometraggi e considerando la necessità del low budget come una risorsa per esprimersi a livello autorale. 

FOTO DI COPERTINA
Particolare del manifesto del film

 

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