ULTRASKY: il blu egizio tra scienza, arte e futuro

Un pigmento oltre ogni confine

Un’antica formula chimica, una scoperta moderna, una nuova visione: il blu egizio, il pigmento che affascinava i faraoni e il primo pigmento artificiale creato dall’uomo, è oggi protagonista della mostra ULTRASKY.

La mostra nasce con un obiettivo ambizioso: rimettere in luce il blu egizio, non solo come simbolo della grandezza artistica del passato, ma anche come materia viva per la scienza del presente.

ULTRASKY celebra il blu egizio, evidenziando le sue proprietà uniche e sostenibili, come la biocompatibilità e la resistenza, che rendono il pigmento promettente per applicazioni future in vari campi, tra cui medicina ed energia.
Per secoli, il blu egizio è rimasto avvolto nell’oblio. Dopo il suo ampio impiego nel mondo antico, la conoscenza della sua produzione andò progressivamente perduta e il pigmento scomparve quasi del tutto dalle pratiche artistiche, sopravvivendo solo in rari e poco documentati impieghi medievali. Fu solo nel XIX secolo che la sua identità cominciò a riemergere, grazie agli studi di archeologi e chimici.

Negli ultimi anni duemila, Giovanni Verri, chimico e ricercatore di spicco nel campo della diagnostica applicata ai beni culturali, ha segnato un punto di svolta nella riscoperta del blu egizio sviluppando la tecnica della Visible Induced Luminescence (VIL). Questa innovativa metodica sfrutta una caratteristica unica del pigmento: quando esposto a luce visibile, il blu egizio emette una radiazione nel vicino infrarosso, invisibile all'occhio umano ma rilevabile tramite sensori digitali. Grazie a questa proprietà, è stato possibile identificare il blu egizio anche in opere in cui non era visibile a occhio nudo, dando avvio a una nuova stagione di scoperte nel campo dei beni culturali.
Un’applicazione tangibile di questa innovazione è stata la recente scoperta del blu egizio negli affreschi di Raffaello alla Villa Farnesina, nel cuore di Roma. Questa scoperta ha sorpreso molti, ribaltando la convinzione secondo cui il blu egizio fosse ormai scomparso dall’arte rinascimentale. Da quel momento, si è aperta una nuova stagione di studi e applicazioni, che ha restituito al pigmento la sua voce scientifica e culturale.

ll progetto ULTRASKY, curato da Antonio Sgamellotti (Accademico dei Lincei), Marco Nicola (Tecnologo dei Materiali) e Rolando Bellini (storico dell’arte e docente all’Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano), mira a riscoprire e promuovere l'uso del blu egizio come materiale innovativo nell'arte contemporanea.



I tre curatori hanno riunito nove artisti italiani, provenienti da diverse discipline, invitandoli a utilizzare il blu egizio nelle loro opere. Gli artisti coinvolti sono:
•    Viola Alpi (Moda)
•    Andrea Chidichimo (Pittura)
•    Stefano Conticelli (Installazioni)
•    Giuliano Giuman (Vetro)
•    Kamilia Kard (Arte digitale)
•    Matteo Peducci (Sculture marmoree)
•    Erica Tamborini (Arti Plastiche)
•    Franco Vitelli (Mosaico cosmatesco)
•    CaCO3 (Collettivo, Mosaico moderno)
 
L'obiettivo è creare una sinergia tra le arti per raccontare la storia antica e moderna del blu egizio, evidenziando come un materiale con una lunga storia possa essere reinterpretato e utilizzato in contesti contemporanei.



Sopra l'opera BLUE IS BLUE di Erica Tamborini

Dopo l'esordio della mostra a Pisa, il percorso espositivo prosegue con una tappa particolarmente significativa nel Lazio meridionale, articolata tra due luoghi d’eccezione: il Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina e il Museo Archeologico “Carlo Cicala” di Priverno. È proprio in quest’ultima sede che trova spazio anche un filmato di repertorio dedicato a una soglia musiva, i cui dettagli sono stati resi visibili grazie alla tecnica della luminescenza indotta. Il video, realizzato dal restauratore Roberto Scalesse, documenta la presenza del blu egizio e nasce da un'importante ricerca diagnostica firmata da Cristina Boschetti e Giovanni Verri.

Fino all'8 giugno 2025, la mostra ULTRASKY è ospitata presso il Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina e il Museo Archeologico 'Carlo Cicala' di Priverno. Al Museo Archeologico, accanto al  pavimento musivo dell'antica città di Privernum — uno degli esempi più raffinati di arte musiva romana del I secolo a.C. e oggi parte della collezione permanente — è esposto un video realizzato dal restauratore Roberto Scalesse.
Il filmato, di cui potrete vedere un frammento anche nel video ULTRASKY qui annesso, mette in evidenza la luminescenza del blu egizio ancora visibile sulla soglia musiva, grazie a una ricerca diagnostica condotta da Cristina Boschetti e Giovanni Verri.
ULTRASKY esplora come il blu egizio, con la sua storia millenaria e la recente scoperta della sua luminescenza invisibile, continui a raccontarci storie nuove. Non solo come elemento di bellezza nell’arte, ma anche come simbolo di un incontro tra cultura e scienza, che, grazie al suo impiego, apre nuove prospettive  di conoscenza e applicazione, collegando il passato al futuro.

La mostra ULTRASKY proseguirà a Catania, presso il Palazzo dell'Università, dal 19 giugno al 23 settembre 2025. Sono inoltre previste altre tappe ad Ercolano, all'Osservatorio Vesuviano INGV, a Milano e a Torino, al Museo Egizio, con date ancora da definire.

Il progetto è curato da BLUENET, la più grande rete internazionale di studiosi del blu egizio, con il sostegno dell’Accademia dei Lincei e del Museo Egizio di Torino.
  
Si ringrazia il Museo Egizio di Torino per la gentile concessione dei filmati sul blu egizio, realizzati dallo stesso museo.

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