Guadagnucci e Pomodoro. Conversazione sulla natura

Guadagnucci e Pomodoro. Conversazione sulla natura

Due scultori uniti da un tema comune

Guadagnucci e Pomodoro. Conversazione sulla natura

Due artisti uniti da un tema comune: quello della natura. L’amore verso quella natura facente parte del luogo in cui hanno operato per un lungo periodo della loro attività, ma anche la natura concepita come pretesto per parlare di movimento, strutture architettoniche, spazio e rapporti tra pieno e vuoto, che sono l’ossessione di ogni vero scultore.

In occasione dei centodieci anni dalla nascita dello scultore Gigi Guadagnucci e dei dieci anni dall’apertura del Museo a lui dedicato, l’Amministrazione Comunale di Massa ed in particolare l’Assessorato alla Cultura presentano la mostra Gigi Guadagnucci Gio’ Pomodoro | Conversazione sulla natura, a cura di Mirco Taddeucci, in collaborazione con Bruto Pomodoro, figlio dell’artista e vicepresidente dell’Archivio Gio’ Pomodoro.

Il progetto espositivo crea un connubio e un dialogo inedito tra le opere di Gigi Guadagnucci (1915 – 2013), artista massese, per decenni operativo a Parigi,  e Gio’ Pomodoro (1930), scultore emblematico del Novecento, originario di Orciano di Pesaro e milanese d’adozione.
Nel percorso artistico dei due scultori, entrambi residenti ai piedi delle Apuane per un periodo rilevante della loro carriera, ricorre – pur con esiti diversi – il loro profondo rapporto con la natura e in particolare con il Sole, che l’esposizione si propone di indagare. A tal proposito, il curatore della mostra Mirco Taddeucci sottolinea: “Le forme sensuali e floride dei soggetti vegetali di Guadagnucci restituiscono, oltre la rappresentazione, la volontà di indagare l’articolazione ed i rapporti delle forme naturali nello spazio con esiti ritmici che lo spingono all’astrazione. La luce e gli equilibri sottili e lamellari dei marmi testimoniano l’aspirazione a sfuggire alla gravità, che raggiunge risultati di assoluta leggerezza nei “passaggi di meteora”.

Scolpire vuol dire, per me, aver acquisito tanta familiarità con le forme della natura, attraverso il disegno… ma lo scultore non deve imitare la natura, deve procedere, nella creazione, come la natura.
Gigi Guadagnucci


Gigi Guadagnucci: Germination, ph. Enrico Amici

Le anticipazioni di Pomodoro, con il passaggio dall’iniziale organizzazione dei segni organico-vegetale alle “superfici in tensione”, individueranno il fenomeno fisico della natura nel suo continuo fluire. Nella lunga evoluzione della sua produzione, il periodo versiliese, attraverso la pietra, vedrà “il valore della tensione trasformarsi in torsione”. Qui la figura espressione di un sistema regolatore sarà il Sole.”

Immerso nella splendida cornice di Villa Rinchiostra, sede del Museo Guadagnucci, il percorso espositivo presenta una selezione di diciotto capolavori, di cui tredici sculture – facenti parte della collezione permanente del museo, alle quali si aggiungono opere prestate da collezioni pubbliche e private – e cinque disegni di Gio' Pomodoro, tra i quali uno inedito Senza titolo (Tensioni), realizzato nel 1963 con inchiostro di china su carta. 
Al piano terra sono esposte numerose sculture affiancate ad opere della collezione permanente del museo, mentre al primo piano della Villa si trovano la maggior parte delle opere di Pomodoro, assieme a tre creazioni di Guadagnucci, di cui due prestate dalla Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna e una dalla collezione della moglie dell’artista Guadagnucci. Tra i numerosi capolavori di Guadagnucci sono esposti Liana, Rondine, Etoile, mentre Pomodoro è celebrato con la messa in mostra di Folla, Sole Caduto per Galileo Galilei, Tracce e molte altre delle sue più celebri sculture. Il giardino, con la sua geometria settecentesca e numerose specie di piante, accoglie una delle opere di Gio’ Pomodoro, che qui trova il luogo perfetto per interagire con il mondo vegetale.

Fra le meraviglie di natura gli alberi sono benigni amici, cattedrali misteriose e maestose. Difficile è competere con essi: si rischia d'essere atterrati da una impietosa scure sotto lo stormire d'amorose fronde [...] Ma oltre a tutto ciò mi commuove degli alberi la loro congiunzione modesta fra opposti in apparenza irriducibili, fra terra e aria, fra fuoco e acqua, da cui deriva questa loro solennità e maestà di pacificatori incruenti.
Gio’ Pomodoro, da “Prontuarietto per la scultura”, 1985

La scultura di Guadagnucci e Pomodoro presenta due approcci distinti ma complementari, entrambi caratterizzati dall'uso di materiali come marmo, pietra e, nel caso di Pomodoro, anche il bronzo. Tuttavia, ciascuno interpreta e sfrutta queste materie in modo diverso, riflettendo le proprie sensibilità e obiettivi espressivi.
Gigi Guadagnucci si distingue per le sue sculture in bilico tra figuratività, stilizzazione e aniconismo, spesso caratterizzate da una forte espressività, da una vera e propria carica emotiva. Il suo stile è riconoscibile per un tipo di lavorazione del marmo quasi paradossale, nella sua ricerca costante di leggerezza e trasparenza. Grazie ad una tecnica trascendentale e a una conoscenza profonda del medium, l’artista ottiene nelle sue sculture il risultato vertiginoso di lamine sottili che sembrano fasci di luce, stratificazioni lamellari di stupefacente levità che rappresentano il leitmotiv della sua scultura.
 Gio' Pomodoro: Sole caduto per Galileo Galilei, 1997-2002 

Pomodoro si concentra sulla dinamicità e sul movimento. L’artista non imita mai la natura, ma cerca di capirne le intime leggi che la regolano, provando a riprodurne i meccanismi di “crescita” o, meglio, di periodiche espansione e contrazione. Gli elementi della sua scultura sono ricavati da tamburi cilindrici, dai quali scaturiscono andamenti rotatori. Emerge così la nozione di “torsione”, che è centrale per Pomodoro. 
A tal proposito, Rossella Farinotti, Presidente dell’Archivio Gio’ Pomodoro, afferma: “Il dialogo tra Gigi Guadagnucci e Gio’ Pomodoro è un’azione che, prima o poi, storicamente e formalmente doveva essere affrontata. L’urgenza di porre in relazione due colleghi - i virtuosi del marmo - di due generazioni diverse, ma che, per territorialità e, appunto, similitudini nell’approccio poetico, analitico e di relazione con lo spazio nei confronti della scultura, era tangibile.”
Paolo Bolpagni conclude: “Una “conversazione”, dunque, non estrinseca, giacché il riflettere sulla natura è il cuore dell’arte di Gio’ Pomodoro e di Gigi Guadagnucci, che, nel secolo della scultura che ha dovuto (e voluto) ripensare sé stessa, offrirono soluzioni differenti ma paragonabili, e accomunate da alcuni fattori fondamentali.”.

Foto di coperina: Allestimento Museo Guadagnucci, ph.Enrico Amici

Gigi Guadagnucci Gio’ Pomodoro | Conversazione sulla natura
Massa - Museo Gigi Guadagnucci
21 giugno - 21 agosto 2025