Keita Miyazaki

Arte dalle macerie: per una nuova armonia tra natura e tecnologia

Materiali industriali, come componenti meccaniche, motori dismessi, metalli, in un'inedita combinazione con elementi delicati e artigianali, come carta piegata a mano, feltro cucito, tessuti: una pratica artistica che richiama il concetto di wabi-sabi proprio dell’estetica tradizionale giapponese, ovvero la bellezza dell'imperfezione e della transitorietà, che accetta il tempo, l'asimmetria e la decadenza come elementi essenziali.

La carta rappresenta delicatezza e fragilità, ed è proprio per questo che mi interessa unirla al metallo, per farlo fiorire: due mondi apparentemente opposti che si completano
Keita Miyazaki


La ricerca scultorea di Keita Miyazaki nasce dall'osservazione del mondo esterno e, in particolare, da un profondo trauma: il devastante tsunami che ha colpito alcune zone del Giappone nel 2011. Assistendo alla distruzione degli elementi industriali che sono alla base della nostra esistenza altamente sviluppata, Miyazaki, ha iniziato a mettere in discussione il modo in cui il mondo contemporaneo misura il proprio progresso e ha sentito l’esigenza di creare una propria visione "utopica” dell'opera d'arte, espressione di una rinascita, di una maggiore armonia tra tecnologia e natura.

Le sculture di Keita Miyazaki non cercano un equilibrio classico o una forma compiuta come nelle tradizioni scultoree europee, ma si radicano proprio nell'idea che il bello possa nascere anche dal difetto, dall'errore, dall'imperfezione. È in questa tensione che si sprigiona la forza poetica del suo lavoro.
Riccardo Freddo, curatore della mostra Post-Apocalyptic Bloom

Esperto nella fusione di metalli e nella pratica della saldatura, conoscenze acquisite con un dottorato di ricerca presso l'Università delle Arti di Tokyo, Keita Miyazaki ha iniziato a combinare parti obsolete o inutilizzabili delle automobili, in forme esotiche e inaspettate per poi abbinarle a oggetti realizzati con delicata carta giapponese dai colori intensi. Origamista autodidatta, Miyazaki impiega diversi giorni per realizzare interamente a mano ciascuna delle decorazioni, utilizzando fino a trenta strati di carta per creare le strutture a nido d'ape che adornano le sue sculture in metallo. Il risultato è la creazione di forme rigogliose, simili a quelle botaniche, in un processo che congiunge tradizione e innovazione, robustezza e fragilità, decorativo e utilitaristico, pesantezza e leggerezza.

Quando uso parti d’auto, penso a tutte le mani che le hanno costruite, all’energia che contengono. E quando vengono distrutte da un disastro, è come se tornassero alla natura. È lì che scopro una bellezza nascosta: nel ciclo delle cose, nel rispetto per chi ha creato, e per ciò che è stato.



Keita Miyazaki (Tokyo, 1983) è protagonista di mostre in importanti istituzioni come il Victoria and Albert Museum, il Centre Pompidou, il Jameel Arts Centre e il Palais de Tokyo, e presente in prestigiose collezioni in Europa, Asia e Stati Uniti. 
Nel 2025 Keita Miyazaki è per la prima volta in Italia a Gradara (Pesaro Urbino) con la mostra personale Post-Apocalyptic Bloom, a cura di Riccardo Freddo e Luca Baroni allestita al Marv (Museo d'Arte Rubini Vesin,  6 giugno - 6 luglio), e presso la Rocca del Castello di Gradara (7 luglio - 6 settembre).  
Altri eventi e mostre, curati da Riccardo Freddo, sono programmati nel mese di ottobre 2025 presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e a maggio 2026, presso la Galleria Internazionale Ca’ Pesaro di Venezia, in concomitanza con la Biennale d’Arte.