Le Sette Arti al Verano
Storia e memoria di un museo all'aperto
Lo storico Cimitero offre un caleidoscopio di memorie ed emozioni, un’esplorazione attraverso suggestive testimonianze artistiche inerenti pittura, scultura, architettura, poesia, letteratura, musica, danza, teatro e cinema.Il documentario “Le Sette Arti al Verano” propone un viaggio alla scoperta delle “Sette muse” ospitate nel Cimitero Monumentale di Roma, un museo all’aperto custode dell’identità artistica e culturale italiana
Passeggiando tra i sepolcri, percorrendo i sentieri antichi e moderni del Cimitero di origine ottocentesca (Il Cimitero Monumentale del Verano), ancora conservato come un “giardino all’inglese”, le storie di personaggi e famiglie si intrecciano attraverso due secoli di storia. È il caso del tempietto che ospita la famiglia D’Amico, tre generazioni di artisti a partire dallo scultore Domenico, zio del “padre” del teatro italiano Silvio, nonché padre del musicologo Fedele, fino alla moglie di questi, la grande sceneggiatrice Suso Cecchi.
L’arte dell’Ottocento e del Novecento nelle sue varie espressioni accompagna le diverse fasi costruttive del Cimitero con il contributo di architetti importanti, come l’artefice della “prima pietra” del luogo, Virginio Vespignani e a seguire, le tombe di Koch, Bazzani, Piacentini e Cianferoni. Tra i pittori, Minardi, Severati Cambellotti (Filippo Severati, “il pittore del Verano”), e tra gli scultori Gnaccarini, Monteverde, Fabi Altini, Ximenes e tanti altri (La Scultura al Verano).
Attori, registi, musicisti, poeti, scrittori, critici compongono un caleidoscopio di memorie. E per ricordare, ecco le voci, le immagini e le note di Trilussa, Petrolini, Deledda, Ungaretti, Gassmann, Rossellini, Sinopoli, Muzio, Caorsi e tanti altri protagonisti dell’identità artistica e culturale del nostro paese.Due secoli di testimonianze arricchiscono la storia di un museo del tutto particolare, in quanto museo di storie sentimentali e per questo ricco anche di "arti performative" e letterarie, che i personaggi sepolti ci permettono di ricordare
Prodotto da AMA, con la regia di Ian Cardinali, il documentario ci offre una visione a volo d’uccello alternata alla vista di un dedalo di piccole strade che improvvisamente si aprono a scorci paesaggistici e monumentali. Un Requiem originale, composto da Marco Rosano e cantato dal controtenore Andreas Scholl, conferisce alle immagini un profondo spessore sacro ed emotivo.
APPROFONDIMENTO
Le Sette Arti al Verano. Crocevia di Diversità
FOTO DICOPERTINA
Dettaglio della Tomba di Trilussa, Cimitero Monumentale del Verano, Roma