Slavko Kopač, il tesoro nascosto a Firenze

Slavko Kopač, il tesoro nascosto a Firenze

Oltre cento opere raccontano l'universo poetico dell'artista franco-croato

Slavko Kopač, il tesoro nascosto a Firenze
Fino al 13 novembre 2025 la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ospita la grande mostra “Slavko Kopač. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut”, la prima retrospettiva italiana dedicata a uno degli artisti più affascinanti e complessi del Novecento. Con oltre cento opere, l’esposizione celebra la figura di Kopač, artista franco-croato tra i protagonisti della scena internazionale del dopoguerra, amico e collaboratore di Jean Dubuffet e André Breton.

Curata da Roberta Trapani e Pietro Nocita, la mostra riporta a Firenze un artista che qui aveva esposto già nel 1945, presso la Galleria Michelangelo. La sua carriera, iniziata in Croazia e maturata tra Firenze e Parigi, è stata segnata da un linguaggio poetico e visionario, capace di coniugare surrealismo, arte informale e art brut. Primo conservatore della Collection de l’Art Brut fondata da Dubuffet a Losanna, Kopač rimane tuttavia poco conosciuto rispetto alla portata del suo lavoro: questa retrospettiva colma finalmente quella lacuna.

Kopač si formò proprio all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, un ambiente accademico rigoroso, e iniziò con opere fedeli ai canoni del Naturalismo. Presto, tuttavia, il suo linguaggio artistico si trasformò, liberandosi dalle regole tradizionali e oltrepassando le suggestioni impressioniste, per sviluppare una visione autonoma e sperimentale. La sua ricerca lo condusse a esplorare materiali insoliti e tecniche varie, creando un dialogo continuo tra materia, immaginazione, forma e intuizione poetica.

Le opere di Kopač non possono non colpire profondamente chi si accosta ad esse per la prima volta, o le rivede, avendole magari da anni depositate nella memoria. La sensibilità dell'artista - pittore,  scultore, calligrafo - attraversa i tempi e cattura le forme cangianti della creatività umana,  affondando a ritroso nei primordi, fino a interrogarsi sulle origini dell'immagine all'alba della  civiltà, sepolte nelle grotte graffite e dipinte nel Paleolitico come quella di Lascaux, scoperta nel 1940. 
Cristina Acidini
Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, Firenze


Durante la prima metà del XX secolo, molti artisti volsero la loro attenzione alle produzioni delle culture non occidentali e all'arte degli autodidatti, riconoscendole come espressioni autentiche e non mediate dalle convenzioni accademiche, capaci di rivelare una dimensione archetipica e universale del linguaggio artistico. L’arte di Slavko Kopač può essere compresa all'interno di questo contesto culturale e concettuale, interpretata alla luce degli studi di Bataille sull'informe e il sacro, di Freud e Jung sull'inconscio, del concetto di “bricolage” teorizzato da Lévi-Strauss e della riflessione di Huizinga sul gioco come fondamento della cultura umana, sviluppati nel primo trentennio del XX secolo.

La mostra si articola attorno a due momenti centrali: il periodo fiorentino (1943-1948), segnato dalla guerra e dalla ricostruzione, e quello parigino, quando Kopač entrò in contatto con Dubuffet e Breton. Con il primo, condivise l’avventura della Compagnie de l’Art Brut; con il secondo, un sodalizio creativo che portò all’illustrazione del poema Au regard des divinités (1949) e a un raro poema-oggetto realizzato insieme nel 1954. Pur vicino al surrealismo, Kopač mantenne sempre la propria autonomia, affermandosi come voce originale dell’arte europea.

Connessioni e influenze
L’esposizione non presenta solo le opere di Kopač, ma anche materiali d’archivio e testimonianze di artisti e intellettuali che hanno accompagnato il suo percorso: Dubuffet, Breton, Michel Tapié, Jean Paulhan, Cesare Zavattini e Giordano Falzoni. Quest’ultimo, giovane critico e artista, fu tra i primi a introdurre in Italia il dibattito sull’Art Brut e sull’arte informale, contribuendo a diffondere concetti e strumenti che aiutano ancora oggi a comprendere l’opera di Kopač e le trasformazioni radicali dell’arte del dopoguerra.

SLAVKO KOPAČ. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut
Firenze, 13 settembre - 13 novembre 2025
Accademia delle Arti del Disegno | Sala delle Esposizioni
Via Ricasoli 68, Firenze


In copertina: Dettaglio di Slavko Kopač, Parco pubblico,1954. Dipinto a vinile su tavola 40x44,5cm