D'après Beato Angelico

Un'installazione site specific di Mimmo Paladino

Su invito della Galleria Nazionale dell’Umbria, Mimmo Paladino è intervenuto per elaborare una versione del Polittico Guidalotti (1437-1443 circa), uno dei capolavori eseguiti da Beato Angelico, custodito presso la sede della Galleria a Palazzo dei Priori di Perugia.
In assenza dei pannelli componenti il Polittico, in mostra a Palazzo Strozzi di Firenze, Paladino ha ideato l'installazione site specific D'après Beato Angelico (tecnica mista su tavola, 2025) lavorando sul tema dell’icona sacra, della cornice, rimasta vuota a Perugia, e della tracimazione della materia al di fuori della bidimensionalità. Come un artista del Trecento e del Quattrocento, Paladino esegue con dei vincoli e “su committenza”, mutando in chiave contemporanea la molteplicità iconografica della narrazione messa in scena dal frate pittore per la Chiesa di San Domenico a Perugia. 

Mi sono voluto muovere in tutt’altra strada, trasgredendo tutto quello che era in Beato Angelico, ma utilizzando moltissimo la materia. La materia più povera, più umile che ci fosse, il pezzo di legno, il sacco. Sì, forse anche rimanendo in quell’ambito un po’ anche di pittura povera, semplice del Medioevo. Era forse il momento che riguardava l’arte più vero, insomma. Perché non c’era neanche bisogno di firmare opere, famosi però probabilmente anche anonimi, insomma.
Mimmo Paladino

Nei pannelli centrali l’Angelico dipinge una sacra conversazione tra la Vergine Maria, il Bambino e Santi, reinterpretati da Paladino attraverso il suo segno, con inserti materici. La predella contemporanea apre lo sguardo su paesaggi che alludono ai panorami perugini, mentre le immagini dei santi sui due lati sono diventate presenze enigmatiche, per le quali Paladino ha attinto al suo ricco repertorio tra corpo, natura e geometria.
Affiancano l'opera, due lavori provenienti da Mart, Stabat mater (1989) Cuore di Russia (1984), che testimoniano quanto Paladino abbia già in passato riflettuto sull’idea di “icona tradizionale”, di cornice reimpiegata e di riflessione sulla dimensione sacrale. La presenza della scultura figurale, l’utilizzo dell’oro come elemento di astrazione, l’idea di frammentazione e ricomposizione euritmica del particolare nel tutto, sono aspetti che attraversano l'intero percorso creativo di Paladino e ancora registrabili nelle opere più recenti.
L'installazione site specific D'après Beato Angelico è visibile nel percorso della mostra Paladino. Antologica, allestita presso la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia, una rassegna curata da Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia, e Aurora Roscini Vitali, storica dell’arte dei Musei Nazionali di Perugia, insieme con l’artista stesso.


Beato Angelico, Polittico Guidalotti (1437-1443 circa), Galleria Nazionale dell’Umbria

Tra i massimi capolavori di frate Giovanni, il Polittico Guidalotti fonde mirabilmente prospettiva, “pittura di luce”, maestria negli ornati e realismo fiammingo.

Il polittico fu dipinto da Beato Angelico per l’altare della cappella di San Nicola di Bari nella chiesa di San Domenico a Perugia, a sinistra della maggiore, su mandato della nobildonna Elisabetta Guidalotti, il cui stemma con leone rampante figurava sulla cornice perduta. La carpenteria neogotica che oggi inquadra l’opera, eseguita nel 1915 da Francesco Moretti e Lodovico Caselli, smontata nel 1953 e rimontata un ventennio più tardi, è un’approssimazione all’originale.
Nel registro principale la Madonna col Bambino è assisa su un rinascimentale trono a nicchia e affiancata da coppie di angeli; alla sua destra i santi Domenico (con libro aperto sulla Seconda lettera a Timoteo di san Paolo, 4,1-13) e Nicola, titolari della chiesa e della cappella, dall’altro lato Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, con i canonici attributi. Nella predella sono concentrati in “narrazione continua”sette episodi della vita di san Nicola, attinti alla Legenda aurea (Jacopo da Varazze 1266-1277 circa).

L’oro l’ho sempre avuto come passione, soprattutto dalle icone. Però il fondo oro è evocativo, insomma. È un non spazio, è quello che sta dietro. Tanto è vero che quasi sempre i miei fondi oro hanno in primo piano delle campiture nere.
Mimmo Paladino

Mimmo Paladino (Domenico Paladino, Paduli, 18 dicembre 1948), è tra i principali esponenti della Transavanguardia, movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980, che individua un ritorno alla pittura dopo le varie correnti concettuali sviluppatesi negli anni Settanta. Segnato dalla visione degli artisti Pop americani e partendo dal clima comune del "concettuale", inizia la sua prima fase di attività incentrata principalmente sulla fotografia. Nella seconda metà degli anni Settanta riscopre la pittura e recupera il colore sia nella sua valenza espressiva sia nella matericità del pigmento. Immagini astratte si susseguono su grandi tele dai forti valori timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, superfici che, nel corso dei decenni, si modificano attraverso incursioni di elementi e materiali estranei alla tradizione pittorica, fino ad invadere lo spazio. Uno degli elementi fondanti del linguaggio di Paladino è il colore oro, esplorato come elemento di astrazione e di riflessione sul tema dell’icona, e spesso associato al colore nero. L'artista sperimenta le diverse tecniche tradizionali: dal disegno alla pittura, alla scultura, al mosaico, all'incisione, fino all'immagine filmica. Nel 1985 si cimenta, inoltre, con grandi sculture in bronzo e con installazioni saggiando così la contaminazione tra diverse forme espressive.  
Nel mondo di Paladino, l’attraversamento della storia artistica, il ritorno alla figurazione e il “nomadismo” rispetto ai modelli culturali si traduce in un’attitudine espressiva sostanzialmente libertaria. Nel suo immaginario, denso di presenze, segni e formule ricorrenti (come rami, mani, volti, croci e scarpe), approdano il Mediterraneo e l’Africa, i segni italici e i retaggi latinoamericani, l’antico Egitto e il mondo etrusco, le civiltà preromane e l’arte primitiva, il Sannio, la cultura cristiana e le avanguardie del Novecento. Riferimenti in forma antigerarchica e sincretica che connotano anche le produzioni recenti. 

Foto di copertina: Mimmo Paladino, D'après Beato Angelico (2025), Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia