18 Mostra Internazionale di Architettura

18 Mostra Internazionale di Architettura

The Laboratory of the Future

20 Mag 2023 > 26 Nov 2023
18 Mostra Internazionale di Architettura
La  18. Mostra Internazionale di Architettura  aprirà i battenti  da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera. Titolo della manifestazione è  The Laboratory of the Future a cura di Lesley Lokko. La Pre-apertura avrà luogo nei giorni 18 e 19 maggio e la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 20 maggio 2023.
 

64 partecipazioni nazionali organizzeranno le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (27), all’Arsenale (22) e nel centro storico di Venezia (14). Tra le novità di quest’anno: Il Niger partecipa per la prima volta alla Biennale Architettura, Panama si presenta per la prima volta da solo, torna la Partecipazione della Santa Sede.

 
The Laboratory of the Future è una mostra divisa in sei parti. Comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. L’equilibrio di genere è paritario e l’età media dei partecipanti è di 43 anni, mentre scende a 37 nella sezione Progetti Speciali della Curatrice, in cui il più giovane ha 24 anni. Il 46% dei partecipanti considera la formazione come una vera e propria attività professionale e, per la prima volta in assoluto, quasi la metà dei partecipanti proviene da studi a conduzione individuale o composti da un massimo di cinque persone. In tutte le sezioni della Mostra, oltre il 70% delle opere esposte è stato progettato da studi gestiti da un singolo o da un team molto ristretto. (…)”

“Al cuore di ogni progetto c’è lo strumento principe e decisivo: l’immaginazione – ha spiegato Lesley Lokko. È impossibile costruire un mondo migliore se prima non lo si immagina. The Laboratory of the Future inizia nel Padiglione Centrale ai Giardini, dove sono stati riuniti 16 studi che rappresentano un distillato di force majeure (forza maggiore) della produzione architettonica africana e diasporica. Si sposta poi nel complesso dell’Arsenale, con la sezione Dangerous Liaisons (Relazioni Pericolose) – presente anche a Forte Marghera, a Mestre - affiancata a quella dei Progetti Speciali della Curatrice, che per la prima volta è una categoria vasta quanto le altre. In entrambi gli spazi sono presenti opere di giovani practitioner africani e diasporici, i Guests from the Future (Ospiti dal Futuro), il cui lavoro si confronta direttamente con i due temi della Mostra, la decolonizzazione e la decarbonizzazione, fornendo un’istantanea delle pratiche e delle modalità future di vedere e di stare al mondo. (…) Abbiamo espressamente scelto di qualificare i partecipanti come practitioner – ha chiarito la Curatrice - e non come architetti, urbanisti, designer, architetti del paesaggio, ingegneri o accademici, perché riteniamo che le condizioni dense e complesse dell’Africa e di un mondo in rapida ibridazione richiedano una comprensione diversa e più ampia del termine architetto.
 

Un laboratorio del futuro non può prescindere da un punto di partenza preciso, da una o più ipotesi in cerca di verifica - ha dichiarato il Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto. La Curatrice parte dal suo continente di origine, l’Africa, per raccontarne tutte le criticità storiche, economiche, climatiche e politiche e per dire a tutti “a noi è già successo molto di quanto sta accadendo al resto del mondo. Confrontiamoci per capire dove si è sbagliato finora e come va affrontato il futuro”. È un punto di partenza che invoca l’ascolto di fasce di umanità lasciate fuori dal dibattito, e apre a una molteplicità di lingue zittite per molto tempo da quella che si considerava dominante di diritto in un confronto vitale e improcrastinabile.”

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è curato dal collettivo Fosbury Architecture, formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi. Il titolo della mostra è SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri. Sono tre le Partecipazioni Speciali presenti all'Arsenale: il regista Amos Gitaï; il primo poeta laureato in architettura Rhael 'LionHeart' Cape, Hon FRIBA e il fotografo James Morris.
 
Sono 9 gli Eventi Collaterali della 18. Mostra Internazionale di Architettura , ammessi dalla Curatrice e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro che saranno organizzati in numerose sedi della città di Venezia con mostre ricche di contributi e partecipazioni che accrescono il pluralismo di voci della Mostra Internazionale.
“La Biennale – afferma il Presidente Roberto Cicutto - ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. 
Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari.

LA BIENNALE PER IL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
La Biennale di Venezia è impegnata in modo concreto nel cruciale obiettivo del contrasto al cambiamento climatico, promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le sue attività. Nel 2022 ha ottenuto la certificazione di neutralità carbonica per tutte le proprie manifestazioni svolte durante l’anno, grazie a una accurata raccolta dati sulla causa delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni stesse e all’adozione di misure conseguenti. 

Per tutte le manifestazioni, la componente più rilevante dell’impronta carbonica complessiva è collegata alla mobilità dei visitatori. In questo senso, La Biennale sarà impegnata anche nel 2023 in un’attività di sensibilizzazione e comunicazione verso il pubblico, a partire dalla 18. Mostra Internazionale di Architettura, che sarà la prima grande Mostra di questa disciplina a sperimentare sul campo un percorso per il raggiungimento della neutralità carbonica, riflettendo inoltre essa stessa sui temi di decolonizzazione e decarbonizzazione.