Jean Dubuffet a Reggio Emilia
Quando l' arte è in gioco
La mostra Jean Dubuffet. L' arte in gioco. Materia e spirito 1943 - 1985 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia fino al 3 marzo. Intervista alla curatrice Martina Mazzotta, che ci accompagna alla scoperta delle opere esposte, 140 tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, e anche del profilo dell’artista anche musicista, letterato e filosofo. La mostra è anche un tributo a Celine e al suo Viaggio al termine della notte, libro letto dall’artista nell’ultima fase della sua vita. Esposti anche una trentina di lavori della cosiddetta art-brut, termine coniato da Dubuffet ad indicare una forma di espressione artistica scoperta dall’artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore spontaneo e puro.
"Dubuffet fu un autentico homme-orchestre – affermano i curatori, Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger – un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l’arte viene ad estendere il reale, viene a rendere visibile l’invisibile. Nelle sperimentazioni sulla materia e poi sul puro segno, anche in maniera provocatoria, ambigua, sconvolgente, egli risveglia nell’osservatore il senso di meraviglia, di stupore e di bellezza per il mondo, un mondo in cui verità e realtà coincidono. Con il suo rigore vitalissimo e intriso d’ironia, Dubuffet ha saputo estendere i limiti convenzionali dell’arte in maniera autonoma, originale e ancora feconda oggi: l’arte in gioco”.