L'Italia è un desiderio

L'Italia è un desiderio

Fotografie, paesaggi e visioni del Bel Paese dal 1842 al 2022

01 Giu 2023 > 03 Set 2023
L'Italia è un desiderio

Il paesaggio è l’esito della cultura e della dura e fantasiosa trattativa tra uomo e natura. L’Italia più che stato o nazione è un desiderio, nato prima nell’animo di poeti e artisti, ovvero il desiderio di bellezza e spirituale e artistica che diviene e continua a divenire. La grande mostra rivela questo volto d’Italia, manifesto e segreto. 
Davide Rondoni, Presidente del Museo di Fotografia Contemporanea

Le Scuderie del Quirinale presentano L’Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022). Le collezioni Alinari e Mufoco. Nata dalla volontà di far conoscere al pubblico il ricco patrimonio fotografico di cui il nostro Paese dispone, attraverso un viaggio all’interno delle collezioni pubbliche di Fondazione Alinari e Museo di Fotografia Contemporanea, la rassegna intende valorizzare sia la fotografia storica che quella contemporanea attraverso uno straordinario racconto della rappresentazione del paesaggio italiano, nel corso di quasi due secoli – dalla metà del XIX secolo fino ai giorni nostri - sottolineandone le trasformazioni quanto i numerosi e diversi punti di vista. Un arco temporale significativo nonché coincidente con la storia stessa dell’ “invenzione maravigliosa”, dagli albori fino ai giorni nostri.
 
Al centro dell’esposizione, dunque, il paesaggio, inteso come elemento identitario della cultura italiana nonché soggetto privilegiato delle sperimentazioni artistiche ottocentesche, sia in pittura che in fotografia. Paesaggio che nel corso degli ultimi cinquant’anni torna a rivestire un ruolo centrale nella fotografia italiana, dando vita a una vera e propria scuola, riconosciuta in ambito internazionale. 
La mostra offre una selezione di oltre 600 opere - fra dagherrotipi, primordiali negativi su carta e su vetro, diapositive, lastre, autocromie, stampe vintage e stampe fine art da negativo originale, fino alle stampe a colori in grande formato e alle modalità più contemporanee di presentazione delle immagini - che, oltre a consentire al pubblico di scoprire ed apprezzare una straordinaria varietà di materiali e tecniche, condurranno quest’ultimo attraverso un excursus dell’evoluzione delle modalità di rappresentazione del Bel Paese, apprezzandone una bellezza che lo ha proposto a lungo come modello per l’Occidente ma anche misurandosi con le sue contraddizioni.


Wilhelm von Gloeden: Elegie (Elegies), Taormina 1900, Firenze, Archivi Alinari-archivio von Gloeden

Strutturata secondo un percorso cronologico, l’esposizione presenta al primo piano delle Scuderie del Quirinale le fotografie appartenenti agli Archivi Alinari e al secondo piano, in continuità, le opere delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.
Lo sguardo dei fotografi dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, le cui opere sono conservate negli Archivi Alinari, vero e proprio giacimento di memorie visive, è rappresentato in mostra da una selezione particolarmente significativa fra cui spiccano le grandi panoramiche di Roma e Firenze di Michele Petagna e di Leopoldo Alinari.
Il racconto visivo procede con la narrazione del mito del viaggio in Italia, radice della civiltà occidentale, attraverso la presentazione di numerose opere delle origini, con autori come Girault de Prangey, Calvert Richard Jones, Frédéric Flachéron, Giacomo Caneva. Attraverso lo scorrere del secolo e l’evoluzione delle modalità tecniche di rappresentazione delle mete italiane più desiderate, si forma l’immaginario fotografico del Bel Paese. Un approfondimento sulla ricerca e sulla continua sperimentazione della fotografia tra Ottocento e Novecento è presentato nella sezione dedicata ai negativi e ai primi tentativi di restituire l’Italia a colori, con autori come lo scienziato Giorgio Roster e con pezzi rari come le autocromie. 


Giovanni Crupi: Eruzione, vista a 50 metri distante della lava, Etna, Catania 20 maggio 1886, stampa all’albumina su carta. Firenze, Archivi Alinari

Il percorso procede con l’esposizione delle immagini di autori interessati ad affermare la fotografia come strumento artistico e a offrire una soggettiva rappresentazione del mondo, tra cui Vittorio Alinari e Wilhelm von Gloeden.
Un ultimo cambio di passo è rappresentato dalla selezione sulla fotografia tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta del Novecento, con le opere di Vincenzo Balocchi e Luciano Ferri, Alberto Lattuada, e di Fosco Maraini le cui immagini evidenziano l’amore del fotografo per la montagna e il paesaggio del sud Italia connotati da una precisa visione antropologica.

L’Italia è un desiderio offre al pubblico un’esperienza animata da una continua tensione fra un passato straordinario, che ha visto nel paesaggio italiano un’eccezionale coincidenza tra natura e cultura – in cui riconosciamo, a tutt’oggi, le nostre radici – ed una storia più recente, segnata da strappi, accelerazioni selvagge ed interventi aggressivi, dettati dallo sviluppo economico e dalla globalizzazione, che rendono complesso il paesaggio e sollecitano la definizione di una nuova identità culturale italiana.

Olivo Barbieri: site specific Milano 09, 2009 © Olivo Barbieri - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

Al secondo piano, le opere di molti dei principali autori della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ad oggi, in una successione di tecniche, linguaggi e pratiche artistiche, accompagneranno il visitatore fino alle ricerche più attuali, grazie alle opere delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea nelle quali il paesaggio, e le declinazioni che esso assume, rivestono un ruolo fondamentale.
Dal paesaggio come scenario della narrazione sociale e politica che caratterizza la stagione del reportage (Letizia Battaglia, Carla Cerati, Uliano Lucas, Federico Patellani)  si arriva, attraverso le sperimentazioni concettuali degli anni settanta (Mario Cresci, Franco Fontana, Mario Giacomelli), a uno dei fiori all’occhiello di questa sezione, l’esperienza di Viaggio in Italia, in cui Luigi Ghirri raccoglie una serie di ricerche che rivolgono lo sguardo verso luoghi spesso marginali, quotidiani e anti-spettacolari e che diventano il manifesto di una nuova fotografia italiana (Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi).
Nella tensione tra racconto dei luoghi ed esperienza estetica la fotografia arriva al nuovo millennio con stampe spettacolari di grandi dimensioni e nuovi linguaggi (Paola De Pietri, Fischli and Weiss, Francesco Jodice, Massimo Vitali, Thomas Struth), fino a espandere l’idea stessa di documentazione e - nelle ricerche degli autori più giovani - aprirsi a oggetti, pratiche e tecnologie proprie dell’universo visuale e artistico contemporaneo.

In copertina: Stabilimento Giacomo Brogi, Piazzetta di San Marco con effetto di pioggia, Venezia, 1910 ca. stampa alla gelatina ai sali d’argento su carta
Firenze, Archivi Alinari