L'ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l'Appennino centrale del XX secolo

L'ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l'Appennino centrale del XX secolo

Una mostra all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione a Roma

03 Mag 2022 > 31 Ago 2022
L'ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l'Appennino centrale del XX secolo
Dal 3 Maggio al 31 Agosto 2022 a Roma presso l’ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione- è possibile visitare la mostra fotografica e multimediale dal titolo L’ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l’Appennino centrale del XX secolo a cura di Gianfranco Spitilli.

La mostra è dedicata all’archivio e alle attività del parroco Don Nicola Jobbi sui monti teramani a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento. È un’indagine multiforme, che ci restituisce a distanza di oltre cinquant’anni un corpus documentale raccolto dal sacerdote nel corso della sua attività presso la comunità di Cerqueto di Fano Adriano, piccolo paese di pastori adagiato sopra un declivio roccioso nel fianco meridionale dell’Alta Valle del Vomano. 
Dalla fine del 1963, due anni dopo la sua ordinazione sacerdotale, Jobbi si trasferisce in questi luoghi con gli anziani genitori. Fondatore del primo museo etnografico abruzzese nel 1964 a Cerqueto, Don Nicola Jobbi è stato anche un pioniere nel campo della ricerca etnomusicologa e antropologica, documentando la cultura orale di numerose comunità dell’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga, con un approccio intensivo favorito dalla sua permanenza stabile in montagna.
 

Don Nicola Jobbi ritratto davanti al Convento dei Santi Sette Fratelli, sulle colline del suo paese natale. Mosciano Sant’Angelo (TE), 1961 ca. In basso la sua caratteristica firma (foto Fondo Jobbi | Centro Studi Don Nicola Jobbi/Biblioteca Melchiorre Dèlfico).


Alle pendici del Gran Sasso e sui Monti della Laga, Don Jobbi incontra un mondo in apparenza a portata di mano ma largamente sconosciuto, che si sforza di documentare incessantemente fin dai primi giorni di una permanenza che sarà ventennale. 
I documenti da lui prodotti raccontano e testimoniano il tentativo coraggioso di un incontro umano irripetibile, di una sperimentazione culturale, sociale e politica fra un parroco e le sue comunità di accoglienza, da quelle più vicine, nelle quali risiedeva, a quelle più lontane, visitate occasionalmente nel corso dei tanti e frequenti spostamenti nei territori montani.


Ritratto di Maria Giovanna Di Marco. Cerqueto di Fano Adriano (TE), 1965 ca. (foto Don Nicola Jobbi, Fondo Jobbi | Centro Studi Don Nicola Jobbi/Biblioteca Melchiorre Dèlfico)


Articolata in quattro sezioni (“Una formazione multipla”, “La scoperta della montagna”, “Don Nicola in azione”, “Ascolti e visioni”), la mostra propone in successione narrativa fotografie, documenti sonori, video, installazioni sonore (accessibili tramite QRcode) che raccontano le origini di Don Nicola Jobbi, la sua formazione, il suo avvicinamento alla montagna, la sua passione etnografica, indissociabile dalla vocazione pastorale e dall’impegno religioso e sociale, e i numerosi incontri che ne hanno alimentato e orientato nei decenni l’azione istintiva; fra gli altri, si ricordano quelli con Annabella Rossi, Roberto Leydi, Giuseppe Profeta, Paolo Toschi, Yutaka Tani e Tadao Umesao, Sebastiana Papa, Satoshi Miyazawa, Diego Carpitella, Alberto Negrin, Tullio Tentori, Jacopo Recupero, Libero Bizzarri. 

l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ha già da tempo avviato progetti di conservazione e valorizzazione delle foto di famiglia degli archivi di persone, con uno sguardo volto a identificarne i legami con i contesti storico-sociali di produzione e di fruizione, in un tentativo di costante rilettura delle dinamiche locali. In quest’ottica, il portale #scenedaunpatrimonio,(https://scenedaunpatrimonio.beniculturali.it/), che è stato realizzato dall’ICCD nel 2020 proprio nei mesi di lockdown, offre l’opportunità di conservare e condividere tante storie personali. Esperienze come l’importante lavoro di ricerca e documentazione portato avanti da Don Nicola Jobbi costituiscono dunque fonti preziose per la conoscenza del patrimonio, offrendo sollecitazioni che possono ispirare e alimentare le progettualità degli attori istituzionali deputati alla sua tutela e valorizzazione». 
Carlo Birrozzi, Direttore dell’ICCD


L’ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l’Appennino centrale del XX secolo 
ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - ex Chiesa delle Zitelle
Via di San Michele 18, Roma
 

In copertina dettaglio di "Ritratto di gruppo familiare dei Monti della Laga: al centro Pierino D’Agostino con la moglie Mellina D’Ottavio (con fazzoletto nero); a sinistra la madre di lei, Angela Maria Di Clemente. Figliola di Crognaleto" (TE), 1965 ca. (foto Don Nicola Jobbi, Fondo Jobbi | Centro Studi Don Nicola Jobbi/Biblioteca Melchiorre Dèlfico)