Bruno Ganz

L'angelo e il diavolo

"Ma se ci dessimo del tu?". Con questa frase sussurrata, Bruno Ganz si rivelava a Licia Maglietta nel finale di Pane e tulipani. L’Italia del cinema scopriva così, in ritardo, un attore di razza. Bruno Ganz, uomo dalla doppia anima, italiana per parte di madre, svizzera di padre, è morto di recente. Due i film che hanno avuto maggiore successo nel nostro Paese. Pane e tulipani di Silvio Soldini del 2000, in cui interpretava la parte di un mesto e forbitissimo cameriere dall’animo gentile e La caduta di Oliver Hirschbiegel del 2004 in cui era Adolf Hitler chiuso nel bunker di Berlino prima della fine. Per questo spinosissimo ruolo aveva visionato ore e ore di filmati originali, per dare al suo perfetto accento tedesco, la sfumatura austriaca dell’originale. L’impresa più difficile per un attore di qualità come lui, era stata quella di riuscire ad interpretare un personaggio tanto odioso, senza farne un grottesco. E ci era riuscito. Ma Ganz è stato anche un attore teatrale di successo: i momenti più felici della sua carriera, raccontava, erano stati a teatro, il suo primo amore. Ne Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders del 1987 era stato l’angelo Damiel che vedeva in bianco e nero e leggeva nei pensieri degli esseri umani.

Dopo aver fatto il Cielo sopra Berlino, le mamme berlinesi mi fermavano per la strada per farmi benedire i loro bambini

Nella vita Ganz si divideva tra città diverse: Zurigo, la città natale, Berlino, la capitale tedesca del teatro e delle avanguardie e Venezia, che gli era entrata nel cuore quando aveva girato il film di Soldini. E’ stato l’agente immobiliare di Nosferatu, di Werner Herzog del 1979 e il Virgilio che dialoga con il serial killer de La casa di Jack, l’ultimo film di Lars Von Trier. Ancora in lavorazione il film Radegund, del maestro americano Terrence Malick, dove interpreta la parte del giudice, nella storia poco nota di un contadino austriaco che diventa obiettore di coscienza nel 1943. Ha interpretato il corniciaio ne L’amico americano di Wim Wenders del 1977, la sua prima parte importante al cinema. Ganz veniva dal teatro, a Berlino aveva fondato una compagnia teatrale di ispirazione brechtiana. Nel 1981 girò per la prima volta in Italia La vera storia della signora delle camelie di Mauro Bolognini. Ancora con Wenders, Così lontano così vicino del 1993 e L’eternità e un giorno di Theo Angelopoulos del 1998. Era un uomo tranquillo, placido, gentilissimo, la violenza fisica gli faceva paura. E dell’uomo pacifico  aveva l’aspetto. La barba bianca, i vestiti comodi, nessun tic da divo, nessun vezzo. In Der trafikant, uno dei lavori più recenti, interpreta Sigmund Freud che fa amicizia con un ragazzo nella Vienna occupata dai nazisti. Del Reich diceva:

Come sia potuto accadere? Non sappiamo se saremmo stati abbastanza coraggiosi da opporci. Quando l’uomo deve salvare se stesso è capace di  tutto 
Bruno Ganz


Bruno Ganz era riservato e cortese. Colto e curioso. Capace di distruggere col talento ogni stereotipo del cinema, interpretando con la stessa forza espressiva gli estremi che non si attraggono, il bene e il male. L’angelo e il diavolo. Un uomo sensibile e Adolf Hitler.

La caduta, Der Untergang è un film tedesco del regista Oliver Hirschbiegel, uscito nelle sale nel 2004. Racconta gli ultimi dieci giorni di Adolf Hitler, dal 21 al 30 aprile 1945. L’attore che lo interpreta è Bruno Ganz