Volonté il camaleonte

Fortunato "Lucky Luciano"

Gian Maria Volonté era un attore camaleontico. Uno dei pochi, se non l'unico in Italia, a coniugare una recitazione impeccabile all’impegno politico. Furono i cosiddetti spaghetti western di Sergio Leone a farlo scoprire dal grande pubblico. Prima Per un pugno di dollari, del 1964, l’anno successivo Per qualche dollaro in più. Ma fu con i registi Elio Petri e Francesco Rosi che Volonté potè esprimere al meglio il suo talento. Con A ciascuno il suo del 1967, ebbe inizio la fortunata collaborazione con Elio Petri che proseguì nel 1970 con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Con Francesco Rosi girò Uomini contro del 1970 e Il caso Mattei del 1972, entrambi film di grande impegno politico. Poi Lucky Luciano, sul boss della mafia italo-americana, del 1973. Gian Maria Volonté si calò nella parte del padrino con il consueto mimetismo, diventando indistinguibile dall’originale anche grazie ad una recitazione scarna, asciutta  Nella scena del party per festeggiare la sua incoronazione, Volonté-Luciano siede a tavola, composto e pensieroso. A bordo del piroscafo che lo porterà in Italia, Luciano saluta papale i suoi uomini, rimasti sulla banchina. Impenetrabile, freddo e lucido, Volonté- Luciano non voleva piacere ma convincere e ci riusciva sempre.

Lucky Luciano è un film del 1973, regia di Francesco Rosi con Gian Maria Volonté, Rod Steiger, Vincente Gardenia. Lucky Luciano, vero nome Salvatore Lucania, già nel 1931 è a capo della mafia italo-americana, posizione ottenuta eliminando decine di avversari. Nel 1946 il governatore repubblicano Thomas E. Dewey, in cambio di favori ottenuti in tempo di guerra, lo manda in Italia, dove Luciano cerca di vivere senza dare nell’occhio. Ma Charles Siragusa, capo dell’Ufficio europeo del Narcotic Bureau, indaga su di lui, sospettandolo di essere a capo del narco-traffico internazionale.