Voi viva davanti a me viva

Voi viva davanti a me viva

Dicono di lei

Voi viva davanti a me viva

Cara cara Betty… non dimenticherò mai il nostro incontro, non dimenticherò mai il vostro viso. Sono uscita da casa vostra emozionata e sbalordita. L’emozione di starvi davanti, voi viva davanti a me viva, sbalordita dalle vostre interpretazioni. Io ero davanti a voi senza parole

Così scriveva Anna Magnani a Bette Davis, la sera stessa del loro primo incontro. In seguito divvennero care amiche e lo furono per tutta la vita.
Difficile usare il passato, scrivere “era”, quando si parla di un' attrice, di una persona come Anna Magnani. Perché una grande parte di lei è qui, nei ricordi di chi l’ha amata e nei numerosi lavori che ha lasciato.  

Era un animale da cinema e da teatro irripetibile. Una forza della natura
Eduardo De Filippo

Anna Magnani si stava preparando per il debutto teatrale nella Medea di Franco Zeffirelli. Chiamò l’amico Eduardo per un parere sulla voce, non era affatto soddisfatta. De Filippo corse a Firenze e la guardò recitare: “Anna non hai bisogno della voce, che te ne importa, tu parli con le mani” raccontò in seguito. 
Luca Magnani, l’unico figlio dell’attrice di recente ha dichiarato : “Mamma si è fatta da sola. Senza alcuna protezione. In tempi in cui le donne al contrario si appoggiavano spesso ad un uomo per emergere nel lavoro. Lei no. Lei ha rotto gli schemi anche in questo senso”.
“Una belva professionalmente”. Raccontava Anthony Quinn, che ha lavorato in due film con Anna Magnani  : Selvaggio il vento e Il segreto di Santa Vittoria. “Non andavamo d’accordo ma avrei fatto qualsiasi cosa per lavorare con lei”.

Era una madre che quando era divertente, era molto divertente ma quando era arrabbiata era molto arrabbiata
Luca Magnani

“L’Oscar ad Anna Magnani, fu come dare l’Oscar ad ogni singolo italiano” dichiarava l’agente americano dell’attrice, Gene Lerner. “Fu grazie e attraverso Anna, che gli americani conobbero e amarono l’Italia”. “Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno” così Anna Magnani sulla sua infanzia e concludeva dicendo “Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa, per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire sappiate che ci ho rinunciato. Ma ci sono voluti tanti anni, tanti errori”. Ricorda Luca Magnani : “Sanremo a casa nostra era un evento nell’evento. Mamma invitava i suoi amici, si guardava il Festival, si commentava, poi c’era la cena. I più vivaci erano Alberto Sordi e Franco Monicelli, fratello di Mario. Facevano scherzi a tutti”.

Le piaceva guidare di notte, nella sua Roma vuota e silenziosa. Mi portava ovunque
Tennessee Williams

Il drammaturgo americano che scrisse per lei  La rosa tatuata, film che valse ad Anna Magnani l’Oscar come miglior attrice protagonista nel 1956. “Quando la gente la riconosceva la salutava, Anna Anna, gridava. Sembrava che Anna appartenesse ad ognuno di loro. Ritengo Anna Magnani il più bell’aspetto dello spirito italiano” dichiarò Williams. “Dicono che ho un brutto carattere. Sarà anche vero però io dopo essermi sfogata riesco a dimenticare ogni cosa” diceva di se.“Mamma studiava la parte profondamente e a lungo. Leggeva, sottolineava, prendeva appunti” racconta il figlio. “La sua naturalezza nel recitare era frutto di grande studio. E poi partecipava attivamente al film in lavorazione. Luchino Visconti raccontava che il finale di Bellissima dovesse essere sulla panchina, con la bambina accanto, in silenzio. La mamma di sua iniziativa cominciò a gridare “aiuto, aiuto” e Visconti ne fu entusiasta, tanto da decidere di lasciare le battute della mamma”.

Una delle creature più straordinarie che io abbia mai conosciuto. Una persona rara, ricca di emozioni. Parlare con lei era un’esperienza straordinaria. Era estremamente intelligente, mi manca molto.
Anthony Franciosa

Meryl Streep alla vista di una foto dell’attrice, che poi le viene regalata, ha esclamato. “La dea!” in italiano.
“Dio non è soltanto lì, Dio è dappertutto!” piange Anna Magnani, nel film Vulcano del 1950 mentre si rivolge alle donne che hanno insultato sua sorella, a causa sua, del suo passato, sul sagrato della chiesa. Poi cade in ginocchio sulla piazza desolata e si fa il segno della croce. Comincia a pregare. La voce rotta, il viso stravolto. Se sia un’attrice sul grande schermo o una persona comune, non è chiaro.  Si dice che essere bravi significhi far sembrare facili le cose difficili. Forse è così.