Intervista a David Hemmings

Da Blow up al Gladiatore

Da voce bianca, ad attore di film di culto, a virtuoso del pianoforte. E poi di nuovo attore e regista fino alla fine. Ultima interpretazione importante il senatore Cassio nel film Il gladiatore di Ridley Scott. Forse il nome di David Hemmings non dice molto ai più. Eppure c’è stato un tempo in cui questo inglese, bello e bravo, ha fatto parte a pieno titolo, della grande cinematografia del ‘900. Dopo una eccellente carriera da voce bianca, interrotta a 16 anni, quando crescendo la sua voce cambiò, Hemmings si diede alla recitazione. L’esordio fu strepitoso: era Thomas, il fotografo protagonista del film Blow Up di Michelangelo Antonioni del 1966. Compagne di set la modella e sex symbol di allora Veruschka e un’attrice del calibro di Vanessa Redgrave. Nel 1968 girò Barbarella di Roger Vadim, con una giovane e bellissima Jane Fonda. Un film che ebbe un grande impatto nel costume e nell’immaginario del tempo. Nel 1975 fu di nuovo al top con la parte da protagonista nel film Profondo Rosso, di Dario Argento. Film citato ancora oggi dagli amanti dell' horror anni ’70. Si disse allora e Argento ha confermato, che Hemmings fu scelto per il suo virtuosismo al pianoforte, uno dei suoi talenti. Poi tanti film non memorabili e in parallelo una carriera da regista. Ma chiuse in bellezza, prima col famoso film Il gladiatore di Ridley Scott del 2000, dove interpretava il perfido e ambizioso senatore Cassio, poi, pur con una piccola parte, nel film The gangs of New York di Martin Scorsese del 2002. La storia del cinema è ricca di professionisti come David Hemmings che con il loro amore per il mestiere, con l’eclettismo, con molteplici capacità, hanno reso possibile, come in un coro, una canto armonioso. Una voce tra le voci, che ha reso grande il cinema moderno.

Le immagini propongono un'intervista a David Hemming all'apice della carriera, sullo sfondo la Sweening London.