Il giallo all'italiana
Con Ad ogni costo di Giuliano Montaldo nasce un nuovo genere
Con una produzione targata Stati Uniti, il film del 1968 di Giuliano Montaldo Ad ogni costo viene considerato dalla critica dell’epoca, la pellicola che apre anche nel nostro paese, e con un certo successo, la strada al genere “giallo” come, qualche anno prima, Per un pugno di dollari inaugurò il filone del western all’italiana.
Interpretato da un cast di tutto rispetto (Edward G. Robinson, Klaus Kinski, Janet Leigth), racconta la storia di un colpo ladronesco realizzato sullo sfondo esotico del carnevale di Rio de Janeiro.
Per essere bene accolti dal pubblico, produttori e registi del genere, si erano resi conto che il passo necessario da fare era uscire dal provincialismo e dare a queste pellicole un carattere internazionale: abbandonare l’ambientazione italiana, scritturare attori stranieri, spostare le riprese in qualche metropoli europea. Così, il romanzo Il sepolcro di carta di Sergio Donati, pubblicato alla metà degli anni ’50 e subito tradotto in Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, Ungheria e addirittura Sud Africa, diventa un grande successo di pubblico quando Tinto Brass, a dieci anni di distanza, lo riscopre e lo trasforma in pellicola con il titolo Col cuore in gola. Ma le differenze con il romanzo sono molte: sparisce l’ambientazione italiana, il set si sposta a Londra e il regista ammicca palesemente a Blow-up di Michelangelo Antonioni, prodotto nel 1966 dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Il tutto avviene all’insaputa dell’autore del romanzo che però capisce la scelta registica:
Interpretato da un cast di tutto rispetto (Edward G. Robinson, Klaus Kinski, Janet Leigth), racconta la storia di un colpo ladronesco realizzato sullo sfondo esotico del carnevale di Rio de Janeiro.
Per essere bene accolti dal pubblico, produttori e registi del genere, si erano resi conto che il passo necessario da fare era uscire dal provincialismo e dare a queste pellicole un carattere internazionale: abbandonare l’ambientazione italiana, scritturare attori stranieri, spostare le riprese in qualche metropoli europea. Così, il romanzo Il sepolcro di carta di Sergio Donati, pubblicato alla metà degli anni ’50 e subito tradotto in Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, Ungheria e addirittura Sud Africa, diventa un grande successo di pubblico quando Tinto Brass, a dieci anni di distanza, lo riscopre e lo trasforma in pellicola con il titolo Col cuore in gola. Ma le differenze con il romanzo sono molte: sparisce l’ambientazione italiana, il set si sposta a Londra e il regista ammicca palesemente a Blow-up di Michelangelo Antonioni, prodotto nel 1966 dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Il tutto avviene all’insaputa dell’autore del romanzo che però capisce la scelta registica:
Ma i cinefili di casa nostra sembrano maturi per apprezzare il nuovo genere.Un film commerciale di largo consumo, sul quale un produttore investe del denaro sperando di vederlo anche tornare indietro, oggi tende, purtroppo, ad essere un prodotto internazionale
Sergio Donati
L’interesse suscitato dalla serie televisiva sul commissario Maigret mi fa sperare che il pubblico sia maturo per prodotti di altro genere. Maigret è un personaggio francese ma potrebbe stare anche qui, al commissariato Flaminio…
Pietro Germi