La vita e il periodo surrealista

Nell’intervista, Luis Buñuel esordisce rivendicando la soggettività e la parzialità del suo sguardo sul mondo, escludendo dalle sue opere cinematografiche ogni pretesa di universalità.

Io non pretendo di offrire una visione universale della realtà. Quando faccio un film mi limito solo ad essere sincero con me stesso, ad esporre la mia personale visione della realtà
Luis Buñuel

Mentre scorrono le immagini dei luoghi dell’infanzia e della giovinezza, la biografia di Luis Buñuel viene narrata in parte da una voce fuori campo, in parte dal regista stesso come un viaggio a ritroso nel tempo. 
Gli studi universitari e la laurea in Lettere e Filosofia a Madrid, l’esilio volontario a Parigi nel 1925, durante il quale nasce la passione per il cinema grazie ai comici del muto e prende corpo nei primi esperimenti concreti. L’incontro decisivo con Garcia Lorca ("la soglia da cui sono entrato in una dimensione spirituale") e Salvator Dalì, Rafael Alberti, Pepin Bello, Moreno Villa, l'adesione al movimento surrealista costituiscono alcune delle tappe fondamentali del suo percorso esistenziale ed artistico. Buñuel comprende che il cinema è il mezzo espressivo ideale per poter rappresentare la complessità del suo mondo interiore.
La sua opera prima, Un chien andalou, nasce nel 1929 dal sodalizio con il pittore catalano Salvador Dalì. Insieme lo scrivono, lo producono e lo interpretano. La critica dell'epoca lo definisce:

Una diabolica successione di immagini con il deliberato proposito di colpire lo spettatore e di aprire un nuovo tipo di percezione estetica 

Un anno dopo, la stessa coppia realizza L’age d’or (1930), una rivendicazione del progresso opposto all'oscurantismo. Di quest’ultimo scorrono alcuni fotogrammi. Conclude il video un commento di Buñuel sullo scandalo suscitato dalla prima uscita del film, talmente onirico e provocatorio da far esplodere una violenta reazione nel pubblico che demolirà la sala in cui era stato proiettato e distruggerà i quadri surrealisti esposti. L'Age d'or, che venne subito bollato come blasfemo e vietato fino al 1950 (quando fu riproiettato a New York), segna anche la rottura tra il regista e Dalì.