Pupi Avati

La vita e il cinema

Scrivere un'autobiografia per narrare una vicenda umana. Pupi Avati si racconta nel suo La grande invenzione. Un'autobiografia (Rizzoli 2013), dove ripercorre gli anni della sua giovinezza, i personaggi della sua famiglia, la doppia ascendenza borghese e contadina.

Nell'intervista rilasciata durante il Biografilm Festival – International celebration of Lives, Avati spiega le motivazioni che lo hanno spinto a mettere per iscritto il proprio percorso di vita. Insieme racconta anche della sua scoperta più importante: quella del cinema, un cinema allora percepito come meraviglia, magia, possibilità concreta. Una testimonianza che è ricordo di una città accogliente ma troppo stretta – Bologna – ed è ricostruzione di un'epoca recente, ma remotissima.

Pupi Avati è nato a Bologna il 3 novembre 1938, è uno degli ultimi grandi maestri del cinema italiano. Il suo sogno era diventare un grande clarinettista jazz: lo realizza girando l’Europa con la “Doctor Dixie Jazz Band” ma vi rinuncia dopo l’ingresso di Lucio Dalla nella formazione, la sana competizione artistica gli ha fatto comprendere la differenza tra passione e talento inducendolo a cercare altrove la propria strada. 

Collabora alla sceneggiatura di Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini. La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975) con Ugo Tognazzi è l’inizio dell’ascesa e successivamente La casa dalle finestre che ridono (1976) diventa film cult per gli appassionati di cinema noir. Grazie al successo di quest’ultimo film Avati lavora come sceneggiatore di Jazz Band (1978) e Cinema (1979), due produzioni televisive di carattere autobiografico. 

Tra i suoi film più rappresentativi Regalo di Natale (1986), Storia di ragazzi e di ragazze (1990), Il testimone dello sposo (1998), Il papà di Giovanna (2008), Il bambino cattivo (2013) e Un ragazzo d’oro (2014) che gli vale il premio come miglior sceneggiatura al Festival del Cinema di Montreal. Le ultime sue opere sono Il Signor Diavolo (2019), Lei mi parla ancora (2021), Dante (2022) e La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023). Ha all’attivo 55 film diretti e 57 sceneggiature scritte. È “Medaglia d’oro per i Benemeriti della Cultura e dell’Arte” ed è stato insignito “Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana”.