L'incontro con Federico Fellini

L'esordio nel cinema

L'incontro di Franca Valeri con il regista Federico Fellini fu del tutto casuale ma fulminante. 

Mi sentì interpretare uno dei miei personaggi, la coreografa ungherese. Disse 'La voglio!'

E infatti quello della coreografa d'oltrecortina, una virago della danza classica, risoluta e perentoria con le allieve attaccate alla sbarra, impegnata nell'allestimento di un balletto surreale nel nuovo spettacolo di Checco Dalmonte (Peppino De Filippo), diventò uno dei personaggi del film Luci del Varietà, realizzato dal regista riminese in coppia con Alberto Lattuada. Una piccola parte che le aprì le porte del cinema. 
Seguono le commedie interpretate con Alberto Sordi e con Totò: da Totò a colori (1952) a Piccola Posta e Il segno di Venere (1955), da Il bigamo (1956) ad Arrangiatevi! e Il vedovo ((1959).
Negli anni Sessanta, oltre all'impegno nel varietà televisivo del sabato sera - Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967) - firmato da Antonello Falqui, continua a dedicarsi al cinema. Il marito, Vittorio Caprioli, la dirige nei film Leoni al sole (1961), Parigi o cara (1962) e Scusi, facciamo l'amore? (1968). 
Le sue ultime apparizioni cinematografiche tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, in pellicole minori che annunciano la fine del genere commedia all'italiana. Tra le tante: Basta guardarla di Luciano Salce (1970), Ettore lo fusto (1972), Ultimo tango a Zagarol (1973), La signora gioca bene a scopa? (1974).