Meryl, the queen

Meryl, the queen

I 75 anni della Streep

Meryl, the queen

Come mi disse una volta la mia amica, la principessa Leila – Carrie Fisher: prendi il tuo cuore spezzato e fallo diventare arte
Meryl Streep

Meryl Streep ha fatto molto di più. E’ diventata una delle più grandi attrici di sempre. E' riuscita, rarissimo caso nel suo ambiente, a costruire una famiglia solida, ad avere 4 figli e un solo, amatissimo marito.

Laureata al Yale Drama School nel 1975, cominciò a recitare a Broadway e poi nella serie televisiva di successo, Olocausto, che le regalò un Emmy per la migliore attrice protagonista. Il primo di una lunga serie di riconoscimenti. Ma il suo destino era il cinema. Cominciò a fare provini. Tra i tanti, quello per la parte della ragazza rapita dal gorilla in King kong, il remake del 1976. Il produttore, Dino De Laurentis, fece commenti poco lusinghieri sul suo aspetto. Lei rispose in italiano e se ne andò. Non si fece demoralizzare e continuò a fare un provino dopo l’altro.

Il primo film importante fu Il cacciatore di Michael Cimino del 1977 che le regalò la sua prima nomination all’Oscar per la migliore attrice non protagonista. Il terzo fu Kramer contro Kramer, di Robert Benton, del 1979, in coppia con Dustin Hoffman. Interpretava, facendosi odiare per slealtà e scorrettezza (ma nel finale si riscatta), la parte di una ex moglie che vuole strappare all’ex marito la custodia del loro bambino. Una grande interpretazione, premiata con l’Oscar per la miglior attrice non protagonista. Era nata Meryl Streep.

La carriera di questa splendida attrice è fatta di grandi numeri. Ha vinto tre Oscar, ha avuto 21 Nomination. Un vero record. Recita come suonasse uno strumento musicale, facendo vibrare ogni corda, ogni livello di profondità, ogni sfumatura di sé. Qualche volta si prende una vacanza da se stessa e gira film più leggeri. Ma è sempre Meryl Streep. Come in Mamma mia! di Phillida Lloyd del 2008, dove canta i brani degli Abba come una cantante consumata e regala al film un successo straordinario. Mamma mia! È stato il musical che ha incassato di più nella storia del cinema. O in Florence di Stephen Frears, del 2016, dove interpreta la parte della deliziosa cantante amatoriale Florence Foster Jenkins, realmente vissuta. Florence è stonata oltre ogni immaginazione e viene protetta dal marito, Hugh Grant, che le nasconde, finché può, le critiche negative. Uno dei film più divertenti degli ultimi anni ma il vero prodigio è lei, Meryl Streep che pur essendo intonatissima, riesce a stonare in modo prodigioso. Il risultato è davvero esilarante.

Canta benissimo anche in Radio America di Robert Altman del 2006. Un tributo commosso del grande regista alla musica. La storia malinconica di una vecchia, anacronistica radio che fa sempre lo stesso spettacolo. Cambiata la proprietà, la radio sta per chiudere e i cantanti ormai invecchiati, terranno un ultimo emozionante show. Dopo La donna del tenente francese di Karel Reisz del 1981 e il thriller Una lama del buio di Robert Benton del 1982 arriva La scelta di Sophie di Alan J. Pakula, un uppercut, un vero colpo al cuore. Una storia sull’Olocausto narrata in modo originale. I due sopravvissuti protagonisti e il loro amico, un gentile, sono tre intellettuali, tormentati e disperati. Parlano, bevono, si raccontano, si amano. Ed emerge una verità crudele, intollerabile. Meryl Streep supera se stessa, il dolore che esprime, diventa il dolore dello spettatore. Insopportabile. Ma l’attrice è monumentale e vince l’Oscar come miglior attrice protagonista.

Stavo stringendo tra le braccia la dea delle mie eterne fantasie. Il mio desiderio era inesauribile. La sensualità di Sophie era l’immersione nell’oblio dei sensi e un volare al di sopra dei ricordi e del dolore. Più di tutto questo, ora lo capisco, era un tentativo frenetico di respingere la morte
Stingo – Peter Mac Nicol

Nel 1985 è Karen Blixen nel film La mia Africa di Sidney Pollack. Anche se non smise mai di lavorare, gli anni Novanta non furono eccezionali per l’attrice. Era arrivata ai quarant’anni, età sempre critica per un’attrice, anche se Meryl Streep non era certo un’interprete che aveva puntato tutto sulla bellezza. Le sue richieste economiche non migliorarono la situazione. Meryl Streep guadagnava 4 milioni di dollari a film. Rallentò e si dedicò alla famiglia.

Nel 1993 girò La casa degli spiriti, tratto dall’omonimo libro di Isabel Allende e nel 1995 I ponti di Madison County, di e con Clint Eastwood, la storia d’amore tra un fotografo del National Geographic e una donna sposata, l'italiana Francesca. Malgrado i suoi 46 anni, stridenti con la parte di una giovane donna, l’interpretazione dell’attrice piacque e il film ebbe un buon riscontro al botteghino. Nel 1996 tenne a battesimo un giovanissimo e già straordinario Leonardo Di Caprio nel film La stanza di Marvin di Jerry Zacks.

Per girare La musica del cuore, del 1999 di Wes Craven, dove interpretava la parte di una violinista, prese lezioni di violino studiando fino a sei ore al giorno. Le ore del 2002 del regista Stephen Daldry, ispirato all'omonimo libro di Michael Cunningham, la vede nei panni di un' intellettuale, che si protegge vivendo una comoda routine e rifiutando lo scorrere del tempo e i suoi cambiamenti inevitabili. Un film corale, con la partecipazione di Nicole Kidman nei panni della scrittrice inglese (Oscar) e di Julianne Moore in quelli di una casalinga frustrata. Un film intimo e femminile. Segreti, trucchi, riti scaramantici per essere sempre così giusta? Perfetta?

Niente di tutto questo. Mi muovono la curiosità per qualcosa di diverso da me e la paura. La paura di non essere all'altezza. Di aver chiesto troppo a me stessa. Di fare un salto nel buio, come la prima volta
Meryl Streep

Siamo a Il diavolo veste Prada, di David Frankel del 2006, dove veste impeccabilmente i panni della direttrice di un prestigioso giornale di moda. Il monologo del personaggio sulla moda e il suo significato vale l’intero film che è comunque molto divertente. Il suo personaggio sta tra Crudelia Demon e la donna che decide cosa indosseranno le donne di lì ai prossimi anni. Dalle bancarelle alle boutique più esclusive.

Nel 2010 ritrova Phillyda Lloyd che la dirige nel film che le varrà il terzo Oscar per la migliore attrice protagonista, The iron lady, liberamente ispirato alla vita del Primo Ministro inglese Margareth Thatcher. Il camaleonte Meryl con trucco e parrucco ma soprattutto con la sua interpretazione della Lady di ferro, sfidò tutti col gioco del vero o falso. Quale l’attrice, quale l’originale? Nel 2013 un altro personaggio straordinario, la madre perfida e anaffettiva de I segreti di Osage County, di John Wells. Concludiamo questa carrellata con Il dubbio, film del 2008 di John Patrick Shanley. Meryl Strep, con il compianto Philip Seymour Hoffman, racconta una storia di sospetti e  forse abusi all'interno di una scuola cattolica. Tutto quello che otterrà malgrado i suoi interventi decisi sarà appunto il dubbio.