La Mostra com'era: 1962

Gli anni Sessanta

Negli anni Sessanta la Mostra potenziò il suo carattere internazionale su cui aveva puntato soprattutto nel dopoguerra. L'edizione del 1960, l'unica diretta da Emilio Lonero, rimane nelle cronache come la più contestata in assoluto: Luchino Visconti subì un'altra sconfitta con un capolavoro straordinario come Rocco e i suoi fratelli cui venne assegnato il Leone d'argento mentre il premio più ambito andò al film Il passaggio del Reno di André Cayatte. Il pubblico fischiò a lungo il verdetto durante la serata di premiazione. La Coppa Volpi alla miglior attrice la portò a casa Shirley MacLaine per L'appartamento di Billy Wilder.

L'edizione numero 23 del 1962 ha come protagonista una giovanissima attrice con il merito di aver prestato le sembianze alla Lolita di Stanley Kubrick e, prima ancora, dell'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov, la sedicenne Sue Lyon.  Nelle immagini di repertorio la vediamo muoversi a fatica tra la folla della Mostra, flesciata dai fotoreporter, accompagnata dal produttore del film che approfitta del suo bel visino da teen-ager per fare un po' di promozione. Il film di Kubrick era in concorso ma non vinse nulla. Il Leone d'oro venne assegnato in exaequo a due film, l'italiano Cronaca familiare di Valerio Zurlini e il sovietico L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij.

Nei primi anni '60 passarono, nelle varie sezioni della Mostra, i film del free cinema inglese come Sabato sera, domenica mattina di Karel Reisz (1961), Sapore di miele di Tony Richardson (1962), Billy il bugiardo di John Schlesinger (1963). Mentre trovava definitiva consacrazione la nouvelle vague francese con i film di Resnais e Godard, si misero in evidenza i giovani autori italiani che esordivano in quegli anni: Pasolini, Bertolucci, i fratelli Taviani, De Seta, Zurlini, Ferreri, Vancini, Bellocchio, Montaldo, Brass. Conferme per i registi che avevano esordito negli anni '50 come Rosi, Olmi e Pontecorvo.