Indomabile Bette

30 anni fa moriva la diva che diede il nome all'Oscar

Fu proprio lei, Bette Davis che, nel 1936 quando salì sul palco per ricevere l’Academy Award of Merit per il film Paura d’amare, stringendo in pugno la statuetta dorata, la battezzò: “Assomiglia al mio primo marito, Harmon Oscar!”, disse. 

Trent’anni fa, il 6 ottobre 1989, all’età di 81 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro al seno, muore una grandissima attrice. Sulla sua tomba nel cimitero di Los Angeles, chi porta un fiore può leggere il suo epitaffio: “Ha fatto tutto in modo difficile”. Rileggendo la sua biografia si capisce perché.

Bette nasce il 5 aprile 1908 a Lowell, Massachusetts, in una famiglia della media borghesia (il padre era avvocato) ma non ebbe un’infanzia facile, soprattutto dopo il divorzio dei genitori. E’ noto che fu vittima di violenza domestica: tre dei suoi quattro mariti erano dei maneschi. Lavorò tutta la vita per mantenere il consorte di turno, pagare le proprie cure mediche dopo le botte, coprire le spese degli istituti psichiatrici in cui finiva la sorella Barbara e per far fronte alle continue richieste di denaro di sua madre.

Anche il cinema non la tratterà bene. Dovrà lavorare duramente in circa 20 film per arrivare al 1934, anno in cui ne gira addirittura cinque, tra cui Schiavo d’amore di John Cromwell (tratto dall'omonimo romanzo di William Somerset Maugham), perché finalmente la critica si accorga del suo talento. Dopo che la rivista Life definisce la sua interpretazione nel ruolo di Mildred Rogers “la migliore mai vista sullo schermo da parte di una attrice statunitense”, gira decine di film che la gente corre a vedere solo perché c’è il suo nome sul manifesto. Arrivano anche i due Oscar per la migliore attrice protagonista con Paura d’amare e Figlia del vento (1938). 

Per lei però il tramonto sui cieli di Hollywood arriva presto. Forse perché le hanno spesso fatto interpretare personaggi più vecchi della sua età. Negli anni 60 rimane praticamente disoccupata tanto che, per amore di provocazione, pubblica sulla rivista Variety un annuncio che recitava:

Madre di tre figli, divorziata, statunitense. Trent'anni di esperienza come attrice nei film. Disponibile agli spostamenti e più affabile di quanto dicano le voci, cerca un'occupazione stabile a Hollywood".


In questo filmato di repertorio, tratto dalle teche Rai, siamo all’aeroporto di Nizza nel 1963.

Sta per arrivare dal cielo una diva. Ma è giusto chiamare Bette Davis una diva? E’ una delle attrici più forti, imperiose che il cinema abbia prodotto e come quasi sempre accade, il cinema si è accorto in ritardo che era una grandissima attrice e non una diva


La Davis atterra in Europa per partecipare alla serata di gala per il lancio del suo ultimo film, Che fine ha fatto Baby Jane? (1962). E’ la storia di due sorelle che vivono la loro vecchiaia odiandosi a vicenda, senza risparmiarsi nessuna crudeltà. Con l’altra protagonista del capolavoro di Robert Aldrich, Joan Crawford, la Davis fu legata per tutta la vita da un rapporto di palese rivalità. La Crawford era bella, lei sì, una diva; la Davis non era bella ma era una straordinaria attrice. Indimenticabile.