Fellini a Padova

Una mostra per il centenario della nascita del regista

Fellini era un disegnatore compulsivo ed ha riempito gli archivi di mezzo mondo di disegni. Ma c’è un aspetto particolarmente importante, che al disegno Fellini ha affidato la funzione di illustrare i suoi sogni
Fellini a Padova per una sorta di tradizione, spiega lo storico del cinema Antonio Costa. Una decina di anni fa l’università di Padova, per inaugurare la Sala dei Giganti appena restaurata, allestisce una piccola mostra sul Libro dei sogni. E’ la continuazione di una recente ma importante tradizione. Poi c’è il rapporto che Fellini ha avuto con due grandi intellettuali veneti: Zanzotto – che scrive per Fellini i testi poetici per il Casanova. Di questa amicizia rimane traccia anche nella mostra che espone una lettera che il poeta scrisse al regista. L’altro personaggio è Dino Buzzati che Fellini volle incontrare nel 1965 per offrirgli di collaborare alla sceneggiatura della trasposizione cinematografica di un suo racconto, Il viaggio di G. Mastorna che però non sarà mai realizzato.

Nel 1960, ai tempi de La dolce vita, Fellini conosce uno psicanalista junghiano con il quale inizia, non una vera e propria psicoterapia, ma un dialogo molto serrato. Bernard consiglia a Fellini di prendere appunti dei sogni che faceva e Fellini realizza in questo modo – in un arco di tempo che va dal 1960 fino al 1982 – uno straordinario archivio dei suoi sogni che poi è diventato un libro, rieditato da Rizzoli a cura di Sergio Toffetti e disponibile in libreria a partire da novembre 2019. 
Apro il Libro dei sogni e trovo un omino con il cappello da giullare, accanto ad una gigantessa nuda e tinta di blu. L’omino ha quattro righe scritte sulla testa che dicono: Mi scusi dottoressa, non si potrebbe ricominciare? 
Marco Missiroli su La Lettura – Corriere della Sera
La mostra documenta anche la campagna promossa dall’Azione Cattolica che si rivolge alle massime autorità dello Stato italiano a proposito del film-scandalo La dolce vita per chiedere, esplicitamente, che venga ritirato dalle sale perché immorale e scandaloso.  Ma Fellini è stato anche inventore di parole, come dimostra un’altra pubblicazione, Il Dizionario intimo per parole e immagini, a cura di Daniela Barbiani con testi di Milan Kundera e Pietro Citati (edizioni PIEMME). Qui, alla P di “paparazzo” è scritto: fotografo che accompagna il protagonista de La dolce vita nelle sue scorribande nei locali notturni nella Roma degli anni Sessanta. La Masina spiega la genesi del neologismo: gli sceneggiatori unirono due termini, papataccio - insetto molto molesto - e ragazzo.