Marco Bellocchio

Il 9 novembre il compleanno del regista

Per questo io ho scelto il cinema, proprio perché è un'arte di rapporto, mi obbliga ad uscire da me stesso, a relazionarmi con gli altri e questo mi piace
Marco Bellocchio

Il suo ultimo film, uscito nelle sale cinematografiche il 23 maggio 2019, l’ha voluto dedicare agli uomini che persero la vita quel giorno di 27 anni prima, lungo l’autostrada A29 nei pressi di Capaci. Il Traditore è infatti la storia della prima gola profonda della mafia siciliana, Tommaso Buscetta, interpretato dall'attore Pierfrancesco Favino. Molto apprezzato dal pubblico e pluripremiato: trionfatore al David di Donatello 2020, Globo d’oro, Nastro d’argento, Premio Flaiano. E, per pochissimi voti, contrariamente alle aspettative, non è entrato nella lista finale dei Migliori film stranieri in competizione per l'Oscar.

Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e docente. Negli anni della contestazione Marco Bellocchio si è aggiudicato il Leone d'argento per la regia alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con il film La Cina è vicina (1967). Nel 1991 ha vinto l'Orso d'argento, gran premio della giuria al Festival internazionale del cinema di Berlino per il film La condanna.

Formazione salesiana a Bobbio (Piacenza) dov'è nato, poi il Centro Sperimentale di Cinematografia con gli insegnamenti di Andrea Camilleri e il resto degli studi a Londra. Un passato da contestatore e una lunga carriera nel cinema nel quale esordisce a 26 anni con il suo primo lungometraggio I pugni in tasca (1965) selezionato al Festival del Film di Locarno e vincitore della Vela d'argento. Dopo la sua partecipazione al film collettivo Amore e rabbia (1969), con Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Carlo Lizzani e Jean-Luc Godard, negli anni Settanta scrive e dirige l'autobiografico Nel nome del padre (1972) con Laura Betti, Sbatti il mostro in prima pagina (1972) interpretato da Gian Maria Volonté, Nessuno o tutti - Matti da slegare (1975), co-diretto con Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli. 

Nel 1977 realizza una versione cinematografica della commedia di Anton Čechov Il gabbiano. Nel 1978 inizia una lunga collaborazione con lo psichiatra Massimo Fagioli che parteciperà attivamente alla realizzazione di tre film: Diavolo in corpo, La condanna, Il sogno della farfalla. 

Nel 1984 dirige l'attore Marcello Mastroianni in Enrico IV, tratto dal dramma di Luigi Pirandello, mentre è del 1986 il film Diavolo in corpo (1986) tratto dall'omonimo romanzo di Raymond Radiguet e, dell'anno successivo, La visione del sabba. Nel 1991 al Festival di Berlino, vince l'Orso d'argento Gran Premio della Giuria con La condanna. Nel 1999 torna ad adattare un'opera di Luigi Pirandello, la novella La balia.

Il Nastro d'argento arriva nel 2002 con il film L'ora di Religione, interpretato da Sergio Castellitto. Nel 2003, ispirato da un fatto di cronaca che sconvolse l'Italia alla fine degli anni '70, dirige Buongiorno, notte che rievoca il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Vincere, altro film storico che ripercorre gli anni del fascismo attraverso la storia di Ida Dalser, amante di Benito Mussolini, unico film italiano in concorso al Festival di Cannes edizione 2009. Vincere si aggiudica anche l'Efebo d'oro e il David di Donatello per la migliore regia. Nel 2011 la sua lunga e prolifera carriera viene premiata a Venezia con il Leone d'oro che riceve dalle mani di Bernardo Bertolucci. 

L'attenzione per la cronaca e per le vicende che hanno per protagonisti i più deboli torna a sollecitare Bellocchio nel 2012 quando decide di dire la sua su un tema delicatissimo come quello dell'eutanasia. Bella Addormentata racconta la lunga vicenda umana e giudiziaria di Eluana Englaro, la giovane donna che ha vissuto in stato vegetativo per 17 anni in seguito ad un incidente stradale. 

Il 2013 segna per il regista emiliano un ritorno alle origini. Bobbio, la sua città natale, diventa il set di un film in costume, ambientato nel XVII secolo, di cui firma sceneggiatura e regia. Sangue del mio sangue viene presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezaia nel 2015. 

Dopo aver diretto la Cineteca di Bologna (2014) e il film Fai bei sogni (2016), tratto dal romanzo omonimo di Massimo Gramellini, apre a Bobbio la scuola di regia e di recitazione Farecinema, collegata al Bobbio Film Festival che ogni anno, in estate, assegna il Gobbo d'oro al miglior film in concorso.

Nel filmato vi proponiamo due interviste a Marco Bellocchio: la prima, realizzata nel 1967 e la seconda nel 1991.