"Jojo Rabbit" di Taika Waititi

"Jojo Rabbit" di Taika Waititi

Al cinema dal 23 gennaio 2020

"Jojo Rabbit" di Taika Waititi
Suo padre è un Maori della tribù Te Whānau-ā-Apanui, Nuova Zelanda del Nord, la madre una Cohen.Taika David Waititi preferisce farsi chiamare Taika Cohen, nome con cui firma alcuni suoi lavori. Attore comico, sceneggiatore e regista, il 23 gennaio 2020 esce
al cinema il suo ultimo film che dirige e interpreta. Presentato in anteprima al Torino Film Festival come evento d’apertura della rassegna, Jojo Rabbit è una commedia che prende spunto dal romanzo Caging Skies di un’altra neozelandese, Christine Leunens, pubblicato in Italia nel 2006 con il titolo Come semi d’autunno e che nel 2019 torna nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Sem.

Cielo in gabbia è ispirato ad una storia vera che una donna francese raccontò personalmente alla Leunens: durante la seconda guerra mondiale la sua famiglia aveva dato rifugio ad un ebreo polacco di cui poi lei si era innamorata. 

Ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere se quella nascosta fosse stata una ragazza ebrea e a trovarla fosse stato un ragazzo austriaco membro della Gioventù Hitleriana a cui anni di propaganda avessero insegnato ad odiare gli ebrei
Christine Leunens

Il film di Taika Waititi-Cohen opera uno stravolgimento ulteriore, adottando un registro narrativo misto, tra dramma, commedia e satira. Il protagonista della pellicola è un ragazzino di 10 anni, Johannes Betzler detto Jojo Rabbit, ovvero Jojo “coniglio” da adulti e coetanei che lo scherniscono per non dimostrarsi abbastanza crudele come un membro della Gioventù hitleriana dovrebbe essere. Per il resto Jojo crede fermamente negli insegnamenti del Mein Kampf: adora il Fürer e odia profondamente gli ebrei. Finché non incontra Elsa, una ragazzina ebrea che la madre di Jojo nasconde in casa per salvarla dal campo di concentramento. Ma il tratto più originale del film di Waititi-Cohen è che il piccolo protagonista (interpretato da Roman Griffin Davis) ha un amico immaginario molto sui generis: Hitler stesso, interpretato dal Waititi.

Le similitudini tra libro e film si dimenticano del tutto nel finale che nel romanzo è tragico mentre la versione cinematografica lascia uno spiraglio alla speranza se non altro perché, nonostante tutto, si ride molto.