Nuovo Cinema Troisi

Riapre al pubblico un antico spazio culturale

Ci lasceremo ispirare dalla multiprogrammazione e dalle iniziative proposte dai cinema Beltrade e Mexico di Milano, dallo Stensen di Firenze, dal Visionario di Udine, dal CinemaZero di Pordenone e dal PostModernissimo di Perugia: tutte sale indipendenti che, diventate reali catalizzatori di nuovi spettatori, riescono a dare visibilità e voce anche alle opere più piccole e meno conosciute
Valerio Carocci, Presidente del “Piccolo America” 

Riapre ad autunno 2020, completamente ristrutturato, la sala Troisi. L’ex Induno, che sorge dagli anni '30 nel cuore di Trastevere, in stato di abbandono dal 2012, riprende vita grazie ad un finanziamento di quasi un milione e mezzo di euro da parte di MiBAC, Siae, Comune di Roma, Regione Lazio e dai soldi raccolti dall'associazione "Piccolo America" che si occuperà della gestione dello spazio e della programmazione. La sala sarà completamente rinnovata: un unico e grande schermo da 13 metri, digitalizzazione 4K di ultima generazione e 300 poltrone. A incorniciarla, un foyer bar e un’aula studio-biblioteca da 40 postazioni aperta 24 ore su 24, con area esterna ricavata sulla terrazza.

La storia
Il Cinema Troisi è una sala cinematografica storica interna all’immobile dell’ex Casa GIL (Gioventù Italiana del Littorio), commissionata all’architetto Luigi Moretti dall’Opera Nazionale Balilla, ed edificata nel 1933.
Utilizzata inizialmente come sala conferenze e teatro dalla Gioventù Italiana, diventa poi cinema parrocchiale negli anni ‘50 con il nome di Cinema Induno, mostrandosi in queste vesti alle spalle di Vittorio De Sica nel 1952 in “Buongiorno, elefante!” di Gianni Franciolini. È in questi anni che l’Induno si guadagna la nomea di “sala popolare”, in virtù del prezzo ridotto del biglietto, applicato soprattutto agli spettacoli dedicati ai bambini. Nel 1997 Cecchi Gori ne rileva la gestione avviando una fase di rilancio. Successivamente ristruttura la sala e la dedica all’attore Massimo Troisi, prematuramente scomparso tre anni prima. Qualche anno dopo, in seguito al fallimento del circuito Safin di Cecchi Gori, Ferrero ne rileva la gestione fin quando, nel febbraio del 2012, la sala viene chiusa definitivamente. Nel 2015, con lo sgombero forzoso di Roma Capitale, l’esercizio cinematografico viene infine messo a bando. Ad aggiudicarsi la gestione è l’associazione “Piccolo America”.