Alberto Sordi sul set di "Un borghese piccolo piccolo"

Con Emilio Ravel nel 1977

La defintiva consacrazione di Sordi come attore drammatico arriva nel 1977, con il film Un borghese piccolo piccolo, per la regia di Mario Monicelli. Tratto dal romanzo di Vincenzo Cerami, racconta la storia di un comune impiegato del ministero, Giovanni Vivaldi, che tenta in ogni modo di fare vincere al figlio Mario un concorso per accedere ad un posto di lavoro pubblico, al punto da iscriversi anche alla massoneria. Il figlio però, interpretato da Vincenzo Crocitti, muore assassinato da un rapinatore. La madre ha un malore che la rende invalida e il padre rimasto solo e disperato, trova l'assassino, lo sequestra e lo tortura fino ad ucciderlo.

Un film drammatico e crudele, che ottiene un grande successo, vincendo cinque David di Donatello e quattro Nastri d'Argento per il film, per la regia, per la sceneggiatura e per gli attori protagonisti. Ad interpretare la moglie di Sordi viene scelta l'attrice americana Shelley Winters, ex moglie di Vittorio Gassman. La critica consacra il film, attribuendo a Monicelli la capacità di "avere saputo catturare i lugubri rintocchi degli anni Settanta e cogliere la perdita dei valori positivi della società attraverso la tragica vicenda di cui era protagonista indiscusso Alberto Sordi".

Emilio Ravel in collegamento dal Festival di Cannes del 1977 presenta il terzo film italiano in concorso: Un borghese piccolo piccolo. Per l'occasione le telecamere del Tg2 mostrano Alberto Sordi sul set, durante una pausa delle riprese. Mentre è seduto per il trucco scherza sull'invecchiamento rapido che subisce per girare questo film. Si vede poi l'attore mentre gira una drammatica scena dopo l'uccisione del figlio.