"La gente che sta bene" di Francesco Patierno

"La gente che sta bene" di Francesco Patierno

Bisio avvocato ricco e cialtrone nella 'Milano da bere' dei nostri giorni

"La gente che sta bene" di Francesco Patierno
Con il successo di Zelig e la sequela di film campioni di incassi realizzati negli anni ’10, Claudio Bisio era senza dubbio la star del momento: bastava il suo nome in cartellone e la fila al botteghino era assicurata. A confermarcelo è Carlo Macchitella, produttore della Madeleine Film, il quale favorì la coproduzione di La gente che sta bene con Maurizio Totti della Colorado Film e Carlo Brancaleoni di Rai Cinema, affidandone la regia a Francesco Patierno

Girato tra le vie e i palazzi del centro di Milano, sulle nevi di Courmayeur e in Alexanderplatz a Berlino, il film, tratto dal romanzo omonimo scritto nel 2011 da Federico Baccomo, fu un’idea di Macchitella, che era rimasto affascinato dal racconto di Duchesne, pseudonimo usato da Baccomo per il suo blog. Dopo aver esercitato per sei anni la professione di avvocato nella sua Milano, Baccomo ha deciso di ‘appendere la toga al chiodo’ per intraprendere la carriera di romanziere, spesso traendo ispirazione dal suo passato mestiere. Il rapporto professionale fra Baccomo e Bisio non ha avuto pause: nel 2019 Bisio e Gigio Alberti hanno portato a teatro Ma tu sei felice?, web serie scritta da Baccomo; in questo primo mese del 2021 i due hanno dialogato a proposito di Cosa c’è da ridere, ultima fatica dello scrittore, che traendo spunto da una storia vera, narra di un comico ebreo costretto a esibirsi nei lager nazisti: chissà se ne nascerà un altro film con Bisio protagonista? 

Tornando a La gente che sta bene, gli autori della sceneggiatura sono Federico Pavot, Marco Pettenello, Patierno e lo stesso Baccomo. Il romanzo racconta uno spaccato della parte becera dell’Italia, una Milano vicino all’Europa simile però a quella ‘da bere’ degli anni ’80. Per il film Patierno non ha tradito la trama del romanzo, ma per la descrizione dei protagonisti ha scelto di privilegiare il loro lato grottesco: i suoi personaggi fanno parte dell’ambiente di facoltosi avvocati che operano più nel mondo del merchandising che in quello del diritto. Cast di assoluto spessore, che oltre a Bisio vede l’esordiente Jennipher Rodriguez fortemente voluta dal regista, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Carlo Buccirosso, Raul Cremona, Alex Cendron e Maria Latella nei panni di se stessa. Da registrare la fulminea apparizione di Camillo Milli, universalmente conosciuto come il marchese conte Piermatteo Barambani Megalom di fantozziana memoria, la cui scelta, molto cinefila, fa il paio con la sequenza di Umberto Ilario Durloni/Bisio che guarda in tv Totò diabolicus di Steno. 

Riguardo ai rilievi che la critica mosse al film, come ad esempio alcuni parallelismi con Il capitale umano, Macchitella si affretta a puntualizzare che con il film di Paolo Virzì La gente che sta bene ha in comune solo la provenienza letteraria: secondo Macchitella, Virzì dà al suo lavoro un impostazione ideologico/politica, mentre il film di Patierno privilegia una situazione agrodolce, forse più agra che dolce. Motivo di orgoglio per Macchitella è la scelta di aver affidato al partenopeo Patierno una trama ambientata ancora nel Nord, dopo averlo visto a suo agio in Cose dell’altro mondo, storia vera accaduta nelle vicinanze di Treviso: “Patierno è un ottimo regista, il suo primo film Pater familias è per me il miglior esordio della sua generazione”. Del confronto fra Nord e Sud sul tema arte e cultura, il fiorentino Macchitella offre un’interessante analisi:

La cultura del meridione è molto più potente, è avvertita di più non solo nel cinema ma in tutte le arti, Edoardo De Filippo è così forte che il milanese lo ama, ma non può dimenticare che è napoletano; la cultura del nord è molto più allargata, ha radici più ampie ed è un po’ più internazionale, per questo è meglio assimilata anche da chi è nato al di sotto della pianura padana 

Fu per merito di un provino per Cose dell’altro mondo che il trevigiano Cendron conobbe Patierno. L’unione professionale dei due venne però rimandata di poco grazie al personaggio di Alessandro Còmoli, magnificamente interpretato da Cendron in La gente che sta bene: Còmoli è il giovane assistente di Durloni che ostinatamente chiama Comòli, il dialogo fra i due è tutto da ridere. Cendron rivela che quella scena fu preparata a casa di Bisio dove lui si recò consapevole di dover essere la sua “spalla comica”, una situazione che in tv Cendron era abituato a vedere rovesciata con il presentatore di Zelig nel ruolo di spalla ai suoi ospiti. Cendron rende omaggio alla professionalità di Bisio e all’immensa presenza scenica di Abatantuono, disinvolto anche nel destreggiarsi sul set fra le decine di ‘gobbi’ sparsi qua e là a suggerirgli le battute. Còmoli è convocato da Durloni che deve licenziarlo, una decisione abilmente mascherata con parole che somigliano più a una promozione; nella sua carriera Cendron non è mai stato licenziato da un produttore o regista, soltanto una volta fu costretto a rinunciare a un film. Mentre era impegnato a Trieste sul set di una di una fiction di genere storico, Cendron venne convocato a Roma da un noto e importante regista che voleva affidargli un ruolo nel suo film: nell’accettare l’incarico, Cendron avvisò subito la produzione romana che non avrebbe potuto cambiare troppo il suo look per non mettere a repentaglio il lavoro che stava facendo nella città giuliana. Sul set capitolino il regista andò su tutte le furie per il rifiuto di Cendron di accorciare i capelli e quando dalla produzione della fiction arrivò l’assenso a quel taglio, l’assistente del regista sconsigliò Cendron di farlo perché comunque quell’iniziale rifiuto lo avrebbe esposto a sicuri maltrattamenti da parte del metteur en scène. Questo spiacevole episodio Cendron lo racconta sorridendo, precisando che la stima per quel regista gli è rimasta immutata: stima artistica, non certo umana. 

Scheda del film
La gente che sta bene di Francesco Patierno - 2013 - 105’
Con Claudio Bisio, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Jennipher Rodriguez 

Milano. L’avvocato Umberto Ilario Durloni (Bisio) è un ricco professionista baciato dal successo, lavora in un noto e potente studio legale della città e fra i suoi compiti c’è anche quello di sforbiciare il personale in esubero. Nella vita privata Umberto ha in Carla (Buy) una splendida moglie che gli ha regalato due figli, ora adolescenti alle prese con le classiche problematiche della loro età. Un giorno ad Umberto arriva la sorpresa che non si aspettava: la lettera di licenziamento. Senza perdersi d’animo e grazie a uno stratagemma, Umberto incontra il più potente e ricco degli avvocati italiani, Patrizio Azzesi (Abatantuono) il quale, seppur con qualche dubbio, arruola Umberto nel suo studio. La frequentazione di Azzesi porta inevitabilmente Umberto a conoscere Morgana (Rodriguez), bella e triste terza moglie di Azzesi. Guai in arrivo.  

Produzione Madeleine Film/Colorado Film/Rai Cinema; distribuzione 01 Distribution. Uscita cinema 30 gennaio 2014, prima tv Rai1 9 marzo 2016.

Fonti
Il Messaggero, 30 gennaio 2014
La Repubblica, 30 gennaio 2014
Il Tempo, 30 gennaio 2014
Conversazione con Carlo Macchitella, 12 gennaio 2021
Conversazione con Alex Cendron, 13 gennaio 2021
La Lettura, 17 gennaio 2021

Per gentile concessione della Direzione Comunicazione della RAI