Il produttore

Gianluca Arcopinto

Un film costa, anzi, costa molto. Da questo presupposto bisogna partire per capire quanto sia complesso il mestiere di produttore cinematografico. D'altra parte sarebbe fuorviante pensare che questa figura, così centrale nel processo di creazione di un prodotto artistico, si esaurisca nel solo aspetto di procacciatore di denaro. Per capire tutte le sfaccettature e i segreti del mestiere di produttore, abbiamo incontrato Gianluca Arcopinto, classe 1959 che nella sua carriera ha prodotto, organizzato e distribuito oltre cento film, unico in Italia a distinguersi nella produzione di opere prime in maniera sistematica.

Il produttore fa anche un grandissimo lavoro culturale. E' un mix molto complicato da capire in quali dosi, tra una parte più imprenditoriale e una parte invece creativa


Gianluca Arcopinto

Quali sono quindi le doti di un bravo porduttore? Innanzitutto, spiega Arcopinto, un grande desiderio di contribuire al processo di crescita culturale del Paese, una buona dose di intuito nel fare le sue scelte e la capacità di avere a che fare con il denaro, ovvero fare in modo che le esigenze economiche non prevalgano sulla parte creativa del lavoro. Fondamentale è anche saper instaurare un rapporto umano costruttivo con l'altro perno attorno a cui gira il processo di realizzazione di un'opera cinematografica: il regista. 

Solo da uno scambio sereno e completo tra queste due figure - produttore e regista - possono nascere idee valide che porteranno a fare un buon film

Docente al Centro Sperimentale di Cinematografia, Arcopinto è considerato, soprattutto dai giovani filmmaker, come uno dei più coraggiosi produttori indipendenti del cinema italiano. 

Oggi come insegnante mi sono fatto assoluto divieto di raccontare il mio modo di produrre che funzionava negli anni Novanta e nei primi del 2000. Se insegnassi ai miei allievi quel metodo sarei un delinquente: li porterei nel giro di un film a dover fuggire dall'Italia per evitare la galera 

Gianluca Arcopinto:

Nato a Roma nel 1959, ha prodotto, organizzato, distribuito più di cento film, unico in Italia a distinguersi soprattutto nella produzione di opere prime in maniera sistematica. Ha accompagnato all'esordio, tra gli altri, Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, Daniele Gaglianone, Matteo Garrone, Paolo Genovese, Vincenzo Marra, Cesar Meneghetti, Salvatore Mereu, Luca Miniero, Francesco Munzi, Elisabetta Pandimiglio e Gianni Zanasi. Ha diretto i film Nichi e Angeli distratti. Ha scritto i libri Mi dicevano Pablo, Cinema autonomo, La mia classe, Un fiume in piena e Controvento. E' direttore artistico del corso di Produzione alla Scuola del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.