Rossellini, uomo e regista

Da "Memorie - Fatti e persone da ricordare"

Non sono un cineasta. Anche se me la cavo discretamente in questo campo, il cinema non è il mio mestiere. Il mio è un mestiere che bisogna prendere quotidianemante, e che non si finisce mai di descrivere: è il mestiere di uomo.
Roberto Rossellini

Le parole di Mario Monicelli su Rossellini, che aprono questo filmato, stupiscono: per Roberto Rossellini il cinema aveva un'importanza relativa. Non era un'arte in senso stretto ma un modo, come ce ne sono tanti altri, di rappresentare la realtà. Il senso vero dell'affermazione "Non sono un cineasta", cosa che Rossellini stesso diceva e scriveva di sé, sta nel fatto che in realtà quello che non amava del cinema era la retorica, la messa in scena, codici, convenzioni e canoni che lui non ha mai rispettato. E proprio grazie al suo spirito libero, all'esigenza di collocarsi fuori dagli schemi, sono nati i suoi capolavori neorealistici: Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero.

Grandi potenzialità invece Rosselini vedeva nella televisione, che ritenne il mezzo di comunicazione in grado di raggiungere meglio lo spettatore. Passa così dal grande al piccolo schermo, dando inizio ad un progetto enciclopedico attraverso cui, nelle sue intenzioni, si sarebbe potuto trasmettere cultura in modo più efficace, a supporto dei libri e della scuola.