I 90 anni di Liliana Cavani
Il 12 gennaio il compleanno della regista
Il 12 gennaio 1933 nasceva a Capri Liliana Cavani. Nel 2023 la regista e sceneggiatrica compie 90 anni. Rai Cultura la festeggia riproponendo la visione della prima puntata di un ciclo realizzato da Rai Cultura in collaborazione con Rai Teche nel 2020, dedicato ad indagare un aspetto poco conosciuto dell'attività della Cavani: i suoi lavori per la televisione.
La tv di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione è un viaggio in 10 puntate che parte dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dove la cineasta si diploma, fino all'approdo, all'età di trent'anni, alla Rai di Ettore Bernabei (1960/1961). Qui realizza, tra il 1960 e il 1966, una serie di programmi, documentari e inchieste che indagano i fenomeni culturali, economici e sociali dell'Italia di quegli anni, come le realtà della condizione operaia nel Nord industrializzato, quelle del mondo contadino del Sud, e di avvenimenti immediatamente precedenti, come il ruolo delle donne nella Resistenza, il processo a Vichy, i totalitarismi del Novecento. Il ciclo si conclude con il suo primo lungometraggio: Francesco d'Assisi, un film per la TV in due puntate che riscuote un grande successo di pubblico e lancia definitivamente la Cavani nel mondo della cinematografia.
Liliana Cavani nasce a Carpi nel 1933. Dopo aver curato una serie di trasmissioni a carattere soprattutto storico, gira Francesco d'Assisi (1966) e Galileo (1968). Seguono I cannibali (1969), L'ospite (1970) e Milarepa (1973). Il successo di pubblico arriva con Il portiere di notte (1974). Dirige poi: Al di là del bene e del male (1977), sulla vita di Nietzsche; La pelle (1981, dall'omonimo romanzo di Curzio Malaparte); Oltre la porta (1982); Interno berlinese (1985); Francesco (1989); Dove siete? Io sono qui (1993); Ripley's game (2002).
Tra i suoi film televisivi: De Gasperi, l'uomo della speranza (2005), Einstein (2008), Troppo amore (2012), la mini serie Francesco (2014). Cura anche la regia di alcune opere liriche: La traviata (1992); Cavalleria rusticana (1996); Manon Lescaut (1998). Nel 2012 è insignita del David di Donatello alla carriera e, lo stesso anno, presenta alla Mostra del cinema di Venezia il documentario Clarisse. Nel 2016 debutta nella regia teatrale con la commedia Filumena Marturano, in scena al Festival dei due mondi di Spoleto. Nel 2018 riceve il Premio Bresson nell’ambito della 75a edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
La tv di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione è un viaggio in 10 puntate che parte dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dove la cineasta si diploma, fino all'approdo, all'età di trent'anni, alla Rai di Ettore Bernabei (1960/1961). Qui realizza, tra il 1960 e il 1966, una serie di programmi, documentari e inchieste che indagano i fenomeni culturali, economici e sociali dell'Italia di quegli anni, come le realtà della condizione operaia nel Nord industrializzato, quelle del mondo contadino del Sud, e di avvenimenti immediatamente precedenti, come il ruolo delle donne nella Resistenza, il processo a Vichy, i totalitarismi del Novecento. Il ciclo si conclude con il suo primo lungometraggio: Francesco d'Assisi, un film per la TV in due puntate che riscuote un grande successo di pubblico e lancia definitivamente la Cavani nel mondo della cinematografia.
Liliana Cavani nasce a Carpi nel 1933. Dopo aver curato una serie di trasmissioni a carattere soprattutto storico, gira Francesco d'Assisi (1966) e Galileo (1968). Seguono I cannibali (1969), L'ospite (1970) e Milarepa (1973). Il successo di pubblico arriva con Il portiere di notte (1974). Dirige poi: Al di là del bene e del male (1977), sulla vita di Nietzsche; La pelle (1981, dall'omonimo romanzo di Curzio Malaparte); Oltre la porta (1982); Interno berlinese (1985); Francesco (1989); Dove siete? Io sono qui (1993); Ripley's game (2002).
Tra i suoi film televisivi: De Gasperi, l'uomo della speranza (2005), Einstein (2008), Troppo amore (2012), la mini serie Francesco (2014). Cura anche la regia di alcune opere liriche: La traviata (1992); Cavalleria rusticana (1996); Manon Lescaut (1998). Nel 2012 è insignita del David di Donatello alla carriera e, lo stesso anno, presenta alla Mostra del cinema di Venezia il documentario Clarisse. Nel 2016 debutta nella regia teatrale con la commedia Filumena Marturano, in scena al Festival dei due mondi di Spoleto. Nel 2018 riceve il Premio Bresson nell’ambito della 75a edizione della Mostra del Cinema di Venezia.