Roma e l'invenzione del cinema. Dalle origini al cinema d'autore, 1905–1960
Castel Sant'Angelo, Salette di Pio IV
Questa mostra ci accompagna fino alle origini del cinema e racconta la relazione della settima arte con Roma, città che fin dall’inizio ne è stata protagonista e palcoscenico
Luca Mercuri, Direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant'Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma
Dal 15 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026 le Salette di Pio IV di Castel Sant'Angelo ospitano la mostra Roma e l'invenzione del cinema. Dalle origini al cinema d’autore, 1905–1960 a suggello del legame indissolubile tra la Città Eterna e la Settima arte.

Era il 20 settembre 1905 quando, davanti a Porta Pia, la proiezione de La presa di Roma - cortometraggio di Filoteo Alberini, primo film italiano ad essere proiettato in pubblico in Italia - inaugurava la storia del cinema italiano. Una data simbolica che vede nascere un’arte nuova, popolare e nazionale, con Roma come protagonista e, allo stesso tempo, straordinaria scenografia della modernità.

Francesca Bertini in "Tosca" (Alfredo De Antoni, 1918) © Cineteca di Bologna-Fondo Marco Bortolotti
Il percorso espositivo si snoda attraverso sessant’anni di storia e mette in mostra materiali rari e inediti: dalle prime dive del cinema muto (Francesca Bertini, Lyda Borelli) alle grandi stagioni di Cinecittà, capaci di influenzare persino Hollywood. Dal cinema del Fascismo, con la nascita dell’Istituto Luce, del Centro Sperimentale di Cinematografia e di Cinecittà, al Neorealismo con le immagini iconiche di Roma città aperta e Ladri di biciclette, che fecero conoscere al mondo una nuova Italia. La cronologia comprende il genere della Commedia all’italiana e quello della “Hollywood sul Tevere”, che consegnarono Roma al mito internazionale. Infine, passando per Rossellini, De Sica, Blasetti, Magnani, Sordi, e tanti altri, le invenzioni visionarie di Federico Fellini, che resero la Capitale una leggenda a livello universale.
Piero Morgia e Franco Citti in "Accattone" (Pier Paolo Pasolini, 1961 ). Sullo sfondo, il quartiere Ostiense e il Gazometro Foto di Angelo Pennoni / Fondo Iannarelli / © Archivio Fotografico Cineteca Nazionale – CSC
I Diva film degli anni 10 e 20 affermano l’immagine di una Roma monumentale, in dialogo con la modernità. Il neorealismo e poi progressivamente grazie alle commedie degli anni 50 e definitivamente, grazie a Fellini e Pasolini, Roma non sarà più solo il suo centro monumentale, ma anche i nuovi quartieri, l’Eur e le borgate
Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna
La Mostra mette in evidenza il dialogo unico tra Roma e il cinema, "una relazione che ha saputo trasformare la memoria storica della città in linguaggio moderno e in patrimonio condiviso".
Sophia Loren e Marcello Mastroianni sul set di "Peccato che sia una canaglia" (Alessandro Blasetti, 1954) © Luce Cinecittà
Roma, città della storia e dell’immaginario, torna così ad affermarsi come luogo d’origine e cuore pulsante della cultura cinematografica italiana e internazionale, capace di incarnare il passato e il presente, e di diventare specchio e simbolo di un immaginario universale.
Prodotta dal Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, istituto del Ministero della Cultura diretto ad interim da Luca Mercuri, insieme alla Cineteca di Bologna, diretta da Gian Luca Farinelli, curatore del progetto espositivo, la mostra è realizzata in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e l’Archivio Luce Cinecittà.