Il mio nome è John Wayne

Un'icona del cinema di tutti i tempi

Marion Michael Morrison, in arte John Wayne. Soprannominato Duke, Duca. Anzi, Little Duke, da quando era ancora un ragazzo. Duke Morrison era il nome che compariva sui titoli di coda delle sue prime prove attoriali. Per l’American Film Institute è al tredicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema di tutti i tempi. 

E’ tutto d' un pezzo dalla testa ai piedi. Testa grossa. Grandi occhi azzurri. Capelli color sabbia. Pelle rugosa: rughe di vita, di allegria, di personalità. Non solo di vecchiaia. Un naso né troppo grande né troppo piccolo. Bei denti. Una faccia vivace con un' espressione umoristica. Buon umore, potrei dire, e uno spirito arguto. Pericoloso se stuzzicato. Le sue spalle sono larghe, molto larghe. Il torace potente, molto potente. Quando mi appoggiavo a lui (cosa che facevo più che potevo: devo confessare che sono ormai ridotta a simili innocenti piaceri) era eccitantissimo. Era come appoggiarsi a un albero molto grande. Le sue mani erano enormi. Le mie, che sono grandi, sembravano sparire. Gambe lunghe, sedere piatto. Un corpo da uomo
Katharine Hepburn

Sex symbol, cowboy, aviatore, marinaio, combattente della Seconda guerra mondiale. Di ruoli John Wayne ne ha interpretati tanti, fin dai tempi del cinema muto degli anni ’20 quando la Film Fox Corporation gli dava 75 dollari a comparsata. Ma il suo successo si chiama western ed il suo pigmalione Raoul Walsh che, nel 1930, gli affidò la parte del protagonista del western Il grande sentiero, decidendo anche che il suo nome d’arte, da quel momento in poi, sarebbe stato John Wayne, in onore del generale "Mad Anthony" Wayne, combattente della guerra d’indipendenza americana. 

Ma fu sotto la direzione dell’amico John Ford che l’attore interpretò i suoi ruoli più celebri, a partire da Ringo Kid di Ombre Rosse nel 1939. Con il regista irlandese Duke girò ben 20 pellicole in un lasso di tempo di 35 anni e diventò uno dei divi più amati di Hollywood.

Nonostante, nella sua lunga carriera, abbia interpretato più di 170 film, vinse un unico Oscar nel 1970, quasi a fine carriera, con la pellicola di Henry Hathaway Il Grinta. Poche anche le sue prove registiche: La battaglia di Alamo (1960) e Berretti Verdi (1968).

L’11 giugno in tutto il mondo si commemora la sua scomparsa, avvenuta nel 1979. La sua tomba, nel cimitero di Corona del Mar in California, continua ad essere méta di pellegrinaggi da parte dei suoi numerosi fan di tutte le età.