Amatissima Giulietta

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L'aspetto minuto da eterna adolescente e la riservatezza, il volto spesso nascosto da foulard e occhiali da sole. Giulietta Masina (22 febbario 1921 - 23 marzo 1994), nonostante le apparenze e una vita all'ombra di un uomo "ingombrante", è stata una donna forte e decisa, una grande interprete del nostro cinema, un'attrice di fama internazionale. Compagna di una vita di uno dei più grandi registi del nostro cinema, conosciuto negli studi dell'EIAR all'età di 21 anni, Federico Fellini fu per lei marito, mentore, compagno di lavoro e primo tra i suoi fan. Nel 1945 ebbero un figlio, Pier Federico, morto tragicamente a 11 giorni dalla nascita.

Giuliettina mia adorata, sei sempre una ragazzetta in gambissima e insieme con il tuo vecchierello faremo ancora qualche “pastrocchio”. Con te vicino sono ancora capace di fare capriole
Federico Fellini in una lettera a Giulietta

Nel 1992, un anno prima di morire, Fellini si rivolgeva ancora a sua moglie alla vecchia maniera: parole affettuose, piene di riconoscenza, segnate sulla carta. Era cosciente che parte della sua fortuna come uomo e come regista la doveva a lei, quella "ragazzetta in gambissima", interprete perfetta di molti suoi capolavori. A cominciare dal suo esordio assoluto, al fianco di Alberto Lattuada, con Luci della città nel 1950, con Peppino De Filippo, Carla Del Poggio e Giulietta Masina che per la sua interpretazione di Melina Amour ricevette un Nastro d'argento. Ma fu con La Strada, nel 1954, che Fellini acquistò una fama internazionale vincendo anche il suo primo Oscar per il miglior film in lingua straniera. Per il ruolo di Gelsomina, la ragazza fragile e povera che la madre vende per pochi spicci al rozzo saltimbanco Zampanò (Anthony Quinn), la produzione inizialmente si impuntò: non doveva essere la Masina. Ma Dino De Laurentis, visionato personalmente il provino dell'attrice, la giudicò perfetta per la parte. E il film fu un grande successo.

E' l'attrice che ammiro maggiormente
Charlie Chaplin 

Nel 1958 arriva il secondo Oscar per Fellini. Il film Le notti di Cabiria è considerato dai critici il miglior prodotto del sodalizio tra Federico e Giulietta. Infatti è grazie al cameo della Masina ne Lo sceicco Bianco, che Fellini ha l'dea di realizzare un film in cui la protagonista fa la prostituta.  Nonostante le ingerenze della censura, la pellicola oltre all'Oscar, ricevette riconoscimenti e premi. E anche Giulietta: migliore interpretazione femminile a Cannes e a San Sebastián nel 1957, Nastro d'argento come miglior protagonista femminile nel 1958 e, lo stesso anno, Grolla d'oro alla migliore attrice.

Raggiunto l'apice della sua carriera con l'interpretazione di Cabiria, Giulietta Masina viene scritturata da Eduardo De Filippo per il  commovente ruolo di Fortunella, con Alberto Sordi  e lo stesso De Filippo. Sempre nel 1958 entra nel cast del film Nella città l'inferno di Renato Castellani in cui recita accanto ad Anna Magnani.

Fellini la dirige ancora nel suo primo film a colori, Giulietta degli spiriti (1965) insieme a Mario Pisu e, vent'anni più tardi, nel malinconico Ginger e Fred (1985) insieme a Marcello Mastroianni, nella parte di due ex ballerini di tip-tap popolarissimi durante la guerra col nome d'arte preso a prestito dai celebri Fred Astaire e Ginger Rogers (Globo d'oro come migliore attrice e candidatura al David di Donatello). Nel 1969, con il ruolo di Gabrielle, fa parte del cast del film hollywoodiano La pazza di Chaillot di Bryan Forbes e John Huston, insieme a Katharine Hepburn.

Negli anni Settanta Giulietta Masina è la protagonista  di due sceneggiati televisivi, Eleonora (1973) per la regia di Silverio Blasi, e Camilla (1976) di Sandro Bolchi. 

Il 23 marzo 1994, all'età di 73 anni e a cinque mesi dalla morte di Fellini, Giulietta se ne va per un tumore ai polmoni. La coppia è sepolta nel cimitero di Rimini, all'ombra de "Le Vele", opera dello scultore Arnaldo Pomodoro. Prima di morire chiese che fosse il trombettista Mauro Maur a suonare il tema de La strada di Nino Rota ai suoi funerali.

Una galleria fotografica per ricordarla.