Adriano Favole: Gaia e l'Antropocene
I limiti della cultura umana
L'antropologo Adriano Favole si interroga sui limiti della cultura umana, che è parte integrante della natura umana, quando questa corre il rischio di modificare lo stesso ecosistema che dà sostentamento all'Homo sapiens come a tutti gli esseri viventi. E lo fa partendo da due concetti, Antropocene e Gaia, che si riferiscono alla Terra solo in una sua parte specifica, quella costituita da relazioni di interdipendenza tra gli esseri viventi e tutti i fattori non biologici che consentono la vita. L'intervista è stata realizzata durante il festival Dialoghi sull'uomo edizione 2017, a Pistoia dal 26 al 28 maggio.
Ci sono parole nuove che rivelano uno sguardo nuovo sul nostro mondo, una di queste è Antropocene che è una parola introdotta qualche anno fa, in cui ci si chiede se sia cominciata una nuova era dopo quella dell'Olocene. Il concetto è che siamo entrati in una fase della storia della Terra in cui i comportamenti degli essere umani hanno un'influenza molto grande anche su quelle che sono le condizioni ambientali in cui noi vivamo, per cui il clima risente delle scelte politiche e delle scelte che noi facciamo ogni giorno.
Gaia è una parola molto antica per personificare la Terra, riferendosi a ciò che accade sulla sua superficie, dove c'è la vita. Gaia è un sistema di relazioni e interdipendenze, in cui la vita si conserva proprio perchè nasce dallo scambio e dalle relazioni. E' un modo per sottolineare una nuova conspaevolezza dell'essere umano.
Adriano Favole
Per maggiori informazioni potete visitare il sito di Dialoghi sull'uomo:
http://www.dialoghisulluomo.it/