Aime: la collaborazione tra antropologia e genetica

Appartenenza, confine e frontiera

In che modo antropologia e genetica possono dialogare per ragionare su un nuovo concetto di cultura? E quali sono le maniere in cui le nuove ricerche in ambedue gli ambiti e i nuovi intrecci tra le due discipline possono portare a un'altra interpretazione dei concetti di appartenenza, confine, frontiera? Ce lo illustra l'antropologo Marco Aime, intervistato durante l'edizione 2017 del festival Dialoghi sull'uomo, tenutosi a Pistoia dal 26 al 28 maggio 2017

Di fatto gli esseri umani sono fatti di un aspetto sia biologico che culturale: l'evoluzione umana è sempre stata il prodotto del dialogo di queste due parti.
Esistono delle frontiere, spazi entro cui indagare, il problema è che queste frontiere molto spesso sono un prodotto culturale, un prodotto della nostra mente. Definiamo a seconda del momento il -noi-, e di conseguenza il -loro-, l'escludere o includere chi a seconda del momento.
Marco Aime

L'uomo ha bisogno di categorie per definirsi ma è importante aver coscienza del fatto che queste categorie sono porose esoggette a continui interventi di negoziazione.
Per maggiori informazioni visitate il sito di Dialoghi sull'uomo
http://www.dialoghisulluomo.it/

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