Aristotele e l'etica. La virtù

I diversi punti di vista della concezione del bene

Il filosofo Paul Ricoeur (Valence, 1913 – Châtenay-Malabry, 2005) mette a confronto la concezione aristotelica del bene con quella platonica. Per Aristotele (Stagira, 384 a.C. - 322 a.C.) il bene non è, come per Platone (Atene, 428/27 a.C. - 348/47 a.C.) un oggetto matematico o un`idea iscritta nell`iperuranio; esso è contenuto nella ricerca della felicità e, più generalmente, nelle strutture dell`azione (praxis) virtuosa. La nozione di prassi, che avrà poi grande fortuna con Marx, nasce proprio con Aristotele. Le virtù, o perfezioni, come sarebbe opportuno tradurre dal greco aretai, sono disposizioni generali all`azione in rapporto a situazioni tipiche, come per esempio, il pericolo per il coraggio o la tentazione degli eccessi in ordine al piacere e al dolore.

Non c'è niente che gli uomini amano se non il bene.
Platone