Luigi Maria Epicoco. L'esperienza della Risurrezione

Vivere il presente

Nel video il sacerdote, teologo e filosofo Luigi Maria Epicoco, intervistato da Rai Filosofia durante la 2^ edizione del Kum! Festival, manifestazione diretta da Massimo Recalcati, che si è tenuta dal 18 al 21 ottobre 2018, presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, parla del concetto cristiano di Risurrezione. 

Per un cristiano la Risurrezione non è l'interpretazione di un fatto, ma è l'incontro traumatico con un fatto a partire dal quale tutta la vita viene ripensata: una persona morta viene incontrata come una persona viva. C'è una chiave simbolica della Risurrezione intesa come una vita nuova, una forma di liberazione da ciò che ci tiene prigionieri, perché ci sono momenti della nostra esistenza in cui sperimentiamo la morte, ossia quando perdiamo di vista il significato delle cose ed attraversiamo la crisi.

 

Abbiamo bisogno di qualcosa che ci tiri fuori da ciò che sitiamo vivendo e che faccia ripartire l'esistenza, che non può essere un semplice ragionamento ma che è proprio l'esperienza della Risurrezione. La vita eterna non è semplicemente la vita dell'aldilà ma è eterna proprio perché ha a che fare con tutti i tempi della nostra vita e se non ha a che fare con il nostro presente non è più vita eterna.

 

Il disinteresse per il presente è una forma di eresia, mentre la fede vera nella Risurrezione la si vede da quanto riusciamo a vivere bene ogni istante, con le sue le relazioni e le sue contraddizioni: la vita eterna non come un'altra vita ma come il fondo di tutta la vita.


Luigi Maria Epicoco è sacerdote della diocesi di L’Aquila. Filosofo e scrittore, insegna alla Pontificia Università Lateranense di Roma, all’ISSR di L’Aquila e tiene corsi anche a Gerusalemme. È parroco della Parrocchia Universitaria di L’Aquila e dirige la Residenza Universitaria San Carlo Borromeo. Ha al suo attivo testi e articoli scientifici di carattere filosofico, teologico e spirituale. Tra le sue ultime pubblicazioni “Solo i malati guariscono. L’umano del non credente”, “Sale non miele. Per una fede che brucia” e “Telemaco non si sbagliava. O del perché la giovinezza non è una malattia” con una prefazione di Massimo Recalcati.