Francesca Ervas. Il linguaggio poetico
Immaginabilità e creatività
L'intervento di Francesca Ervas alla X Edizione 2018 della Scuola estiva internazionale di alta formazione filosofica (International summer school of higher education in philosophy, École d’été internationale en philosophie) “Metafore: figure dell'alterità”, fondata da Elio Matassi, Castelsardo (Sassari).
Quando leggiamo Spesso il male di vivere ho incontrato di Montale (in Ossi di seppia, 1924), noi "vediamo” il cavallo stramazzato, “sentiamo” l’incartocciarsi della foglia riarsa e il gorgoglio del rivo strozzato. In questo contributo si intende proporre la “strada immaginativa” alla metafora (Carston 2010), per spiegare la creatività del linguaggio poetico, senza ipotizzare una discontinuità con il linguaggio ordinario. Carston fa risalire la “strada immaginativa” a Davidson (Che cosa significano le metafore, 1978), ma in ultima analisi alla concezione aristotelica della metafora come un “porre le cose davanti agli occhi” (Retorica, III, 10, 1411a). Indurkhya (2016) ha recentemente esteso la “strada immaginativa” ai termini letterali: l’“immaginabilità” è la capacità di una parola – specialmente se concreta – di evocare immagini mentali (Katz et al. 1988) ed è vincolata dall’architettura del nostro sistema cognitivo-percettivo (Pylyshyn 1973, 2002; Block 1981; Kosslyn et al. 2006).
Francesca Ervas è ricercatrice in Filosofia del Linguaggio presso l’Università di Cagliari dal 2012. Dopo la laurea presso l’Università di Padova nel 2002 e il dottorato di ricerca presso l’Università Roma Tre nel 2006, ha svolto il suo lavoro di ricerca presso la UCL di Londra e l’Institut Jean Nicod, Ecole Normale Supérieure di Parigi. Nel 2010 ha ricevuto il premio filosofico Castiglioncello, nella sezione giovani. I suoi interessi riguardano la pragmatica del linguaggio, con particolare attenzione al problema della traduzione, al ruolo degli stereotipi nella comprensione del linguaggio figurato, alle emozioni e alla razionalità “limitata”, alla funzione argomentativa della metafora. Su questi temi ha pubblicato quattro monografie e numerosi saggi su riviste nazionali e internazionali. Pubblicazioni: con Gola E., Che cos’è una metafora, Carocci, Roma, 2016. Pensare e parlare. I fondamenti cognitivi della comunicazione, Editori Riuniti, Roma, 2016. Uguale ma diverso. Il mito dell’equivalenza nella traduzione, Quodlibet, Macerata, 2008, 20162. Con Gola E., Rossi M.G. (eds.), Metaphor in Communication, Science and Education, De Gruyter, Berlin, 2017. Con Gola E., ERVAS F. (eds.), Metaphor and Communication, John Benjamins, Amsterdam, 2016. Con Gola E., Rossi M.G., Argumentation as a bridge between metaphor and reasoning, in S. Oswald, J. Jacquin, T. Herman (eds.), Argumentation & Language - Linguistic, Cognitive and Discursive Explorations, Springer, Berlin, 2018, pp. 153-170.
Quando leggiamo Spesso il male di vivere ho incontrato di Montale (in Ossi di seppia, 1924), noi "vediamo” il cavallo stramazzato, “sentiamo” l’incartocciarsi della foglia riarsa e il gorgoglio del rivo strozzato. In questo contributo si intende proporre la “strada immaginativa” alla metafora (Carston 2010), per spiegare la creatività del linguaggio poetico, senza ipotizzare una discontinuità con il linguaggio ordinario. Carston fa risalire la “strada immaginativa” a Davidson (Che cosa significano le metafore, 1978), ma in ultima analisi alla concezione aristotelica della metafora come un “porre le cose davanti agli occhi” (Retorica, III, 10, 1411a). Indurkhya (2016) ha recentemente esteso la “strada immaginativa” ai termini letterali: l’“immaginabilità” è la capacità di una parola – specialmente se concreta – di evocare immagini mentali (Katz et al. 1988) ed è vincolata dall’architettura del nostro sistema cognitivo-percettivo (Pylyshyn 1973, 2002; Block 1981; Kosslyn et al. 2006).
La metafora amplifica le possibilità del linguaggio concreto ordinario di evocare immagini mentali, capaci di vincolare l’interpretazione e spiegare le proprietà emergenti e creative della poesia.
Francesca Ervas è ricercatrice in Filosofia del Linguaggio presso l’Università di Cagliari dal 2012. Dopo la laurea presso l’Università di Padova nel 2002 e il dottorato di ricerca presso l’Università Roma Tre nel 2006, ha svolto il suo lavoro di ricerca presso la UCL di Londra e l’Institut Jean Nicod, Ecole Normale Supérieure di Parigi. Nel 2010 ha ricevuto il premio filosofico Castiglioncello, nella sezione giovani. I suoi interessi riguardano la pragmatica del linguaggio, con particolare attenzione al problema della traduzione, al ruolo degli stereotipi nella comprensione del linguaggio figurato, alle emozioni e alla razionalità “limitata”, alla funzione argomentativa della metafora. Su questi temi ha pubblicato quattro monografie e numerosi saggi su riviste nazionali e internazionali. Pubblicazioni: con Gola E., Che cos’è una metafora, Carocci, Roma, 2016. Pensare e parlare. I fondamenti cognitivi della comunicazione, Editori Riuniti, Roma, 2016. Uguale ma diverso. Il mito dell’equivalenza nella traduzione, Quodlibet, Macerata, 2008, 20162. Con Gola E., Rossi M.G. (eds.), Metaphor in Communication, Science and Education, De Gruyter, Berlin, 2017. Con Gola E., ERVAS F. (eds.), Metaphor and Communication, John Benjamins, Amsterdam, 2016. Con Gola E., Rossi M.G., Argumentation as a bridge between metaphor and reasoning, in S. Oswald, J. Jacquin, T. Herman (eds.), Argumentation & Language - Linguistic, Cognitive and Discursive Explorations, Springer, Berlin, 2018, pp. 153-170.