Hans-Georg Gadamer. Il Parmenide di Platone

Aforismi

L'immediatezza dell'intuizione, l'essenza misteriosa dell'istante improvviso. Su questo passo si concentra l'analisi che il filosofo tedesco Hans Georg Gadamer (Marburgo, 11 febbraio 1900 – Heidelberg, 13 marzo 2002)  fa in questo aforisma del Parmenide di Platone. Fu per primo il filosofo danese Sören Kierkegaard nel suo Il concetto dell'angoscia a mettere in evidenza questo passo che ci parla dell'istante senza tempo, impossibile da misurare e perciò estraneo all'alternativa tra quiete e movimento.

Fu Kierkegaard a mostrare che l'essenza dell'attimo è il mistero della nostra presenza psichica e spirituale che racchiude in sé tutte le differenze.


Hans-Georg Gadamer (Marburgo 1900 - Heidelberg 2002) è stato uno dei maggiori filosofi del Novecento. Allievo di Martin Heidegger – i cui corsi segue fin dal 1923 –, ha svolto le implicazioni del concetto di circolo ermeneutico (hermeneutischer Zirkel) nella prospettiva di una nuova metodologia della ricerca nelle scienze umane.
È dall’idea heideggeriana di una precomprensione implicita del mondo che Gadamer ha stabilito, in particolare con l’opera Wahrheit und Methode (Verità e metodo, 1960), le fondamenta del concetto filosofico di ermeneutica (dal greco ἑρμηνεύω: recare nunzio, tradurre, interpretare), destinato a influenzare un’intera generazione di pensatori, da Ricoeur a Pareyson, da Pöggeler a Jauss. Con Gadamer, l’ermeneutica non concerne più – come era stato con Schleiermacher – il recupero delle intenzioni dell’autore, né è in questione – come per Dilthey – un processo teso alla comprensione oggettiva del testo. Piuttosto, sono ora rivalutate le dimensioni precarie – dai pregiudizi del lettore alle stratificazioni storiche dell’opera – di un rapporto che finisce per coinvolgere la stessa struttura ontologica dell’interprete, concepito come Dasein (esserci, esistenza). Per Gadamer l’essere stesso è linguaggio (insieme di testi e contesti), e compito dell’ermeneutica è rendere espliciti gli orizzonti che ne condizionano la lettura. Attenzione costante è rivolta alla filologia classica (di cui intraprende lo studio con Paul Friedländer nel 1924) e la filosofia antica. Fin dalla sua tesi di dottorato, Das Wesen der Lust nach den platonischen Dialogen (L’essenza del piacere nei dialoghi platonici) – discussa nel 1922 con Natorp e Hartmann –, e lo scritto di abilitazione Platos dialektische Ethik (L’etica dialettica di Platone) – discusso con Heidegger e Friedländer nel 1929 –, è in particolar modo alla filosofia platonica che i suoi studi si rivolgono. Oltre ad aver insegnato presso le università di Marburgo, Francoforte e Heidelberg, è stato, tra le altre cose, rettore dell’università di Lipsia (1943), membro della Heidelberger Akademie der Wissenschaften (Accademia delle Scienze di Heidelberg), presidente della Allgemeine Gesellschaft für Philosophie in Deutschland (Società filosofica tedesca) e Accademico dei Lincei. La figura di Hans-Georg Gadamer si lega saldamente alla vita dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici fin dal 1978, anno del suo primo seminario – dedicato a Hegel – nelle sedi dell’Istituto. 
Biografia e opere principali: Gadamer Hans-Georg, Dizionario di filosofia Treccani, 2009; Valerio Verra, Gadamer Hans-Georg, Enciclopedia Italiana Treccani, IV Appendice, 1978; Jens Halfwassen, Hans-Georg Gadamer, pagina sul portale dell’Università di Heidelberg (in tedesco); Jeff Malpas, Hans-Georg Gadamer, The Stanford Encyclopedia of Philosophy, Edward N. Zalta (ed.), 2018 (in inglese); Pagina sul portale dell’Ordine Pour le mérite für Wissenschaften und Künste (in tedesco).