Karl Popper. Regolamenti per l'informazione televisiva

Un codice deontologico per la televisione

Nato in Austria, ma naturalizzato britannico, Karl Popper (1902 - 1994) è stato tra i maggiori filosofi della scienza, esercitando una grande influenza sul pensiero del Novecento con la sua concezione fallibilistica della conoscenza e del metodo scientifico. Critico tanto dell'empirismo, quanto del convenzionalismo, ha sostenuto la preminenza delle assunzioni teoriche rispetto ai dati derivanti dall’osservazione, propugnando una teoria della conoscenza per prova ed errore, che, successivamente, si è sviluppata in una concezione evoluzionistica in cui la conoscenza e la stessa attività scientifica sono considerate continue con l'evoluzione naturale.

Popper ha esteso alle scienze sociali e alla filosofia politica l'anti-dogmatismo delle proprie tesi epistemologiche. Sul piano della filosofia politica, la sua concezione fallibilistica della conoscenza lo ha condotto a una critica del totalitarismo, in favore di una società in cui ogni soluzione politica sia sottoposta al vaglio della critica e dove sia possibile sperimentare, democraticamente, nuove soluzioni. 

In questa intervista, il filosofo propone di regolamentare l’informazione televisiva e di limitare la libertà di espressione. La proposta prevede la creazione di un "Ordine" analogo a quello che presiede all’esercizio della professione medica.

Fondare un’Istituzione come quella che esiste per i medici. I medici si controllano attraverso un Ordine […]. Ci sono medici che fanno gravi errori e medici che commettono dei crimini, ma ci sono, pur sempre, le regole elaborate dall’Ordine
Karl Popper

Popper pensa ad un “Istituto per la televisione” sul modello di quella che in Germania e in Inghilterra si chiama “camera dei medici”. L’iscrizione a un tale Istituto dovrebbe essere condizionata da un’adeguata preparazione deontologica degli operatori della televisione e da un giuramento di fedeltà al codice, proprio come per i medici.
Il filosofo respinge l`obiezione di illiberalità mossa al progetto, facendo osservare che la televisione non regolamentata è più vicina al “Grande Fratello” di Orwell di quella che risulterebbe dall’attuazione della sua proposta.

Devo confessare che faccio fatica a capire queste obiezioni. Potrei aver voglia di esprimermi colpendole con un pugno, ma è chiaro che non posso, non devo farlo. È forse illiberale impedirmi di colpirvi? Qui è in gioco lo stesso principio. Perché dovrebbe essere antiliberale o paradossale, per un liberale come me, affermare la necessità di limitare la libertà? Ogni libertà deve essere limitata. Non esiste libertà che non abbia bisogno di essere limitata. Dovunque ci sia libertà, la miglior forma di limitazione è quella che risulta dal senso di responsabilità dell’uomo che agisce
Karl Popper


Da Rai Teche: Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1994