La nascita della filosofia: l`archè o il principio

Ciò che sta più al fondo

I filosofi Vittorio Hösle (1960), docente alla Notre Dame University (Indiana, USA) e Accademico ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e Manfred Riedel (1936 - 2009), raccontano le origini della filosofia, ricostruendo il processo attraverso il quale questa disciplina si è sviluppata autonomamente, differenziandosi, in quanto ricerca dell'archè o principio, rispetto alle forme più arcaiche di conoscenza.
Manfred Riedel avanza l’ipotesi che il termine archè fosse originariamente volto a designare ciò che sta più al fondo, non ciò che viene prima di tutto. Questa scelta interpretativa spiegherebbe quello che Aristotele, nel De coelo, chiama "il più antico logos" della filosofia greca, ossia la proposizione di Talete di Mileto: “La terra sta sopra l`acqua”. L`acqua, infatti, per Talete, come l`Okeanos del mito, sta nel profondo, a fondamento della terra stessa. 

Quest’ordine del mondo, che è lo stesso per tutti, non lo fece né uno degli dei, né uno degli uomini, ma è sempre stato, ed è, e sarà fuoco vivo in eterno, che al tempo dovuto si accende, e al tempo dovuto si spegne
Eraclito

Di Talete non ci è pervenuto alcun frammento. Tuttavia – come spiega Hösle – nonostante sia improbabile che abbia mai usato la parola archè, Talete è, ragionevolmente, colui che per primo pose in essere un tentativo di riduzione del molteplice ad uno. Tale ipotesi, tramandataci da Aristotele e dai successivi dossografi (gli scrittori che raccolsero le dottrine - δόξαι - dei filosofi greci), è corroborata dal fatto che il suo allievo Anassimandro difficilmente sarebbe pervenuto ad un principio così astratto come l’apeiron se non ci fosse stata una riflessione precedente sul principio unitario della realtà. Apeiron è il termine che designa il principio di tutti gli esseri, ingenerato e imperituro, da cui ogni definita realtà particolare deriva e in cui si dissolve alla fine di ogni ciclo cosmico.

Principio delle cose che sono è l’infinito. Donde le cose hanno nascimento, ivi si dissolvono secondo necessità. Pagano, infatti, la pena, e scontano reciprocamente la colpa commessa, secondo l’ordine del tempo
Anassimandro


Da Rai Teche: Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1991